venerdì, agosto 28, 2009

Ore 8, prova scritta di dialetto

Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, è un genio della politica? I suoi fans ne sono convinti. Con le ultime sue uscite, in rapida successione, ha conquistato la scena agostana e ha tenuto il Cavaliere in apprensione, tormentandolo con una trovata dietro l’altra, infastidendolo non poco durante un’estate già di per sé noiosa e forzatamente morigerata. Il nostro ministro ha esordito con le bandiere e gli inni regionali, poi ha attaccato con le gabbie salariali per il meridione e l’inno di Mameli, ha proseguito con la proposta d’insegnamento del dialetto, imposto per legge, a scuola, dopo aver detto altresì: niente soldi per i festeggiamenti dei 150 anni dell’unità d’Italia. E da ultimo la diatriba con il Vaticano sulla questione degli immigrati. Per il ministro La Russa è tutto frutto del sole di agosto. Anche Berlusconi ha minimizzato: “Sono soltanto messaggi che interessano i suoi elettori". Io credo, invece, che tutto questo sia strategico e propedeutico in funzione delle prossime elezioni regionali. Il senatur, nei giorni prossimi al ferragosto, ha dichiarato che lo studio del dialetto a scuola deve essere obbligatorio e che il ministro Calderoli sta, di conseguenza, preparando il disegno di legge. Non ho niente contro il dialetto, anzi, lo ritengo un arricchimento culturale, purché non sia in contrapposizione con l’italiano inteso come lingua comune. Immaginando che non s’intenda di voler insegnare una parlata diversa per singolo territorio, mi domando quale dialetto? Il lombardo? Non esiste un dialetto lombardo. Esiste caso mai il dialetto milanese, il pavese, esiste il bergamasco (quello di città e quello delle valli), esiste il cremonese, e poi il cremasco e tante e tante inflessioni locali. Idem per la regione Veneto. Il veneziano è diverso dal padovano, dal vicentino, dal trevigiano e così via. E poi su quali testi verrebbe studiato? Però, come diceva mio nonno: ” Volere è potere”, con il verbo essere che ha funzione di copula, se la Lega dovesse riuscire a imporre una tal legge, troverà anche la soluzione per individuare i dialetti identificativi regionali. In Lombardia potrebbe essere il milanese, in Veneto il veneziano, in Piemonte il torinese… e in Alto Adige? In quella regione si insegna ovviamente il tedesco. Ecco, forse è meglio imparare il tedesco. Sono convinto che ai nostri giovani serva più la padronanza dell’inglese e del tedesco e magari conoscere un po’ più l’italiano. Molti giovani hanno problemi di analisi logica e di congiuntivi, che non servono tanto a parlar forbito ma principalmente a strutturare il pensiero e a comprendere quel che si legge. Ragazzi miei, se volete avere maggiori chance e condizioni più favorevoli per riuscire in una società che diventa sempre più competitiva, imparate bene l’inglese, il tedesco e magari, visti i tempi, il cinese.
Studiate, studiate perché abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza.

Aldemario Bentini