sabato, novembre 26, 2016

Dobbiamo credere nella democrazia


Sembra che la vita stia diventando sempre più difficile. A poco servono le dichiarazioni di ottimismo, quando la realtà è dura e pesante e non sembra che ci siano spazi. Anche la natura sembra matrigna: il terremoto, le esondazioni. Se appena guardiamo al di là dei nostri confini, troviamo disastri, guerre, morte.
Un cupo cupio dissolvi? No. Noi sappiamo che tutto questo potrebbe essere arginato. Sappiamo che la natura non è crudele, semplicemente è, e i suoi scossoni e le sue intemperanze, oggi, potrebbero essere contenute e gestite. Semplicemente, almeno in Italia, non lo facciamo, o almeno non lo facciamo abbastanza. Poi c’è il coraggio straordinario di chi, come gli allevatori e gli agricoltori colpiti dal terremoto, sfidano intemperie, disagi, freddo e pioggia, ma non abbandonano terre e animali, perché la vita è lì e da lì deve ripartire. Speriamo che non ci siano state risate soddisfatte nella notte, come fu per L’Aquila. Poi abbiamo gli Usa che hanno votato Trump, e a me, ora, interessa sottolineare che questi è sempre stato un nemico acerrimo dei limiti alle produzioni inquinanti, alle regole comuni eccetera. Speriamo che non vengano azzerati i pochi, faticosi passi fatti in questa direzione negli ultimi anni, perché il riscaldamento globale è un dato di fatto e i disastri naturali - inondazioni etc… - ne derivano in gran parte. Poi vedremo come inciderà la sua presidenza sullo scacchiere politico e militare mondiale. Intanto, negli Usa temono le persone di colore, i membri della comunità Lgbt, i non cristiani, gli anziani, i malati e i bambini, l’ambiente e gli animali, i disabili, il sistema giudiziario e la stampa libera, i poco istruiti, i poveri e le donne, soprattutto le donne. Guardate che, tutti insieme, sono tanta tanta gente.Ma Trump è stato liberamente eletto, non c’è dubbio. Se crediamo nella capacità di discernere e di capire della gente, crediamo nella democrazia. A volte possono esserci defaillances. A volte, la gente segue chimere, richiami “di pancia”, paure, egoismi. Ma dobbiamo credere nella democrazia. Altrimenti saremmo per l'oligarchia e per la dittatura. E, prima o poi, “finally the tables are coming to turn”.