sabato, novembre 24, 2012

Monti non è candidabile … Per fortuna!


Sei o sette mesi fa, il banchiere dei banchieri, Mario Draghi, dichiarava: “Occorre un patto per la crescita, risanare i conti con il fisco può aggravare la recessione”. Era stato chiaro, anzi chiarissimo. E che cosa è stato fatto nel nostro Paese? Si è tentato di sanare i conti con il fisco. Il risultato? Vediamo un po’. Chi sostiene il governo Monti dice: non si poteva fare altrimenti, Berlusconi aveva lasciato il Paese sull’orlo del precipizio, anzi già con un piede dentro, la credibilità internazionale dell’Italia era sottozero, in inversa proporzione allo spread, che toccò quota 574, una follia. Questi elementi sono tutti veri, ma c’è un grande “ma”, e sta in quelle parole di Draghi. Il concetto, tra l’altro, è semplice. Se non c’è crescita, non aumentano le risorse di imprese e famiglie. Se si agisce solo sulla leva del fisco, quando le tasche dei più saranno proprio vuote – e ci siamo pericolosamente vicini – non ci sarà più niente da spremere. Occhio che il rigore non diventi rigor mortis. Dice: non ci sono risorse. È il mantra del governo: non ci sono risorse per detassare le tredicesime, non ci sono risorse per evitare l’aumento dell’IVA, non ci sono risorse per il fondo per le politiche sociali (ha detto la Fornero: “Sono disperata”. Si figuri noi, cara ministra), non ci sono risorse per risanare Pompei, non ci sono risorse per tutti gli esodati. Però ci sono per acquistare gli F35 (l’acquisto ci impegna da qui al 2017, con un costo per aereo che va da 99 a 107 milioni di euro). E lo spread è comunque alto, e il debito pubblico alimenta se stesso. Caro premier Monti, così non va. Ci aspettavamo una vera rottura con il passato che non è avvenuta. Francamente ci ha deluso. Sicuramente il suo governo ha restituito credito al nostro Paese, garantito nei confronti dell’Europa, dei mercati eccetera, ma a quale prezzo? Sono state tutelate le banche, gli interessi forti, i veri gangli del potere. Le famiglie e le imprese sono allo stremo. Il ceto medio non esiste praticamente più, si sta proletarizzando. Senza ceto medio non c’è possibilità di un Paese “normale”, efficiente, produttivo. Egregio Dottore, le siamo riconoscenti per averci restituito credibilità, ma ora lasci il campo, ora c'è bisogno di altro, ora c’è bisogno di scelte forti, coraggiose, politiche che diano impulso, che diano speranza, che alimentino la crescita, perché di inflazione non si muore, ma di disoccupazione, sì. Per fortuna che lei non è candidabile…

Daniele Tamburini