mercoledì, aprile 30, 2008

Le nostre elezioni amministrative.

Un anno, all’incirca, ci separa dalle elezioni amministrative che dovranno rinnovare la giunta municipale ed eleggere il nuovo sindaco di Cremona. Un anno è un tempo lungo o forse breve, dipende: di sicuro la campagna elettorale è già iniziata.
Il tema della sicurezza sarà l’argomento principale della prossima contesa elettorale cittadina. Giusto e sacrosanto: le istituzioni devono garantire in primis la legalità e la sicurezza dei residenti. Vivere in una città con un buon tasso di sicurezza non solo è requisito essenziale per un vivere civile ma è altresì espressione dei diritti e delle libertà individuali.
L’aver trascurato il tema della sicurezza è una delle cause della sconfitta elettorale della sinistra alle recenti elezioni politiche nazionali. Il candidato futuro sindaco di Cremona si giocherà, in parte, il risultato sulla capacità di dare risposte efficaci, alle esigenze di sostegno contro le paure dei concittadini.
La difficoltà consisterà nel dare riscontri concreti a persone impaurite dal presente e da un futuro difficile da immaginare se non con orizzonti pieni d’incognite; nell’indicare possibili soluzioni a individui che per autoprotezione hanno acquisito una concezione ed uno spirito egoistico, quasi asociale. Un’inclinazione della gente, spesso in contraddizione con l’esigenza naturale di vivere in comunità. Comunità: vivere nel Comune. La nascita dei Comuni si fondò sul patto (foedus) tra i cittadini. Il patto si reggeva sulle leggi (civica jura), sull’onore, sulla concordia e sulla pietas, nel senso di rispetto per il prossimo. Difficile, oggi, sperare di vincere le elezioni facendo leva su questi valori.
Il cittadino, individualista più per necessità che per indole, domanda soluzioni, ora, immediate e per se stesso.
Auguri signori candidati sindaco. Un consiglio, tanto banale quanto utile, mi sento di darlo, come diceva mio nonno: “ascoltare la gente”.
Aldemario Bentini

25 aprile 2008

venerdì, aprile 18, 2008

Gli iItaliani hanno scelto

Gli italiani hanno votato e con il senno di poi appare tutto chiaro, banalmente comprensibile. Si capisce la campagna elettorale berlusconiana quasi in tono minore, seppure senza la rinuncia a qualche battutaccia. Una propaganda elettorale al risparmio, e non solo d’energie fisiche. Il Cavaliere, incredibilmente quieto, era certo di vincere, forse confortato dai risultati dei suoi aruspici sondaggisti o forse perché era l’unico ad avere in mano la vera fotografia del paese. Tutti ci rendiamo conto, con il senno di poi, quanto valga il tema della sicurezza e del federalismo fiscale, prerogativa della Lega. Adesso abbiamo compreso che gli italiani sono alla ricerca di rassicurazioni più che di cambiamento. Berlusconi ha chiesto ed ha ottenuto. Ha avuto la sfacciataggine di chiedere una maggioranza di almeno venti senatori,ne ha ottenuti molti di più. Ha stravinto, senza se e senza ma. Tutti gli altri hanno perso, astensionismo in testa. Pochi avevano immaginato un simile risultato. I sondaggi davano L’Arcobaleno vicino all’8 %.! E le piazze? Veltroni ovunque andava le riempiva di entusiasmo, Cremona compresa, fino all’apoteosi di Roma: 150 mila presenze contro le sparute 40 mila di Berlusconi, e lui, come fosse allo stadio, si concedeva finanche di irridere Er Pupone. “Piazze piene, urne vuote”. E’ una sentenza di Pietro Nenni, condivisa da mio nonno. Il fatto è che esiste ancora quella che una volta era chiamata la maggioranza silenziosa e Berlusconi lo sa bene. E’ composta da chi non si manifesta, non si dichiara apertamente, vota il Cavaliere ma non lo dice, lo vota anche se non condivide del tutto le sue idee. La maggioranza degli italiani non è di destra, eppure questa volta l’Uomo di Arcore ha ricevuto democraticamente un mandato a prova di ribaltoni, di sgambetti, di spine nel fianco, e non sarà certo la Lega a procurargli fastidi, Bossi è l’alleato più fedele. Lui, Berlusconi, può persino parlare di misure impopolari, e se avrà l’ambizione di governare nell’interesse generale sarà un bene per un Paese che non ha più tempo da perdere. A meno che non sia tutto così fin troppo facile, senza contesa, soggettivamente inappagante da fargli venire voglia di Quirinale.
Aldemario Bentini

Venerdì 18 aprile 2008

mercoledì, aprile 16, 2008

Grande Fratello e Informazione

Il signor Luigi, quello del quinto piano, ieri mi dice: "Dottore, ha letto sulla Provincia…" Non leggo La Provincia. Sono otto anni che non la leggo. Niente di particolare, una questione mia, del tutto personale, una via di mezzo tra uno sfizio ed una fisima, una lotta freudiana tra ES, IO e SUPER IO. Nonostante la mancanza vivo bene lo stesso: non ho particolari turbe psichiche, la notte dormo, digerisco bene, colesterolo e trigliceridi sono a posto. Leggo Il Corriere, La Repubblica, La Cronaca, Il Piccolo; sfoglio Libero, l’Unità, Il Giornale, Il Manifesto, La Stampa (solo perché è allegata a Cronaca). Leggo Il Vascello di Leoni, dò un’occhiata a Cremona 24ore news di Galli e Pizzorni. E poi Panorama, l’Espresso, di più non ce la faccio. Mai dire mai. Può essere che tra un po’ l’IO avrà la meglio sul mio disarmonico inconscio. Tornerò, intanto, a comprare La Provincia. In seguito a sfogliarla, piano piano, poco a poco, con parsimonia, a piccole dosi. Fino a leggerla di nuovo. Sarà una Vittoria, no? Leggere è importante. La lettura non solo arricchisce, con essa ci teniamo informati, aggiornati, istruiti, qualche volta anche un po’ ammaestrati, ha funzione sociale: aiuta a ragionare con la propria testa. Leggere quotidianamente più giornali, magari di posizioni diverse, aiuta a formare una coscienza critica. Con mio figlio insisto spesso su questo. Per adesso vince la Play Station. Quando però lo sento discutere su argomenti importanti e impegnativi mi sorprende per la capacità di linguaggio e di ragionamento, una bella testolina. La sua generazione promette bene. I giovani di oggi (15 –18 anni) si interessano, si informano e finalmente si schierano, magari su posizioni estreme ma si schierano. Sempre meglio che narcotizzarsi con Amici televisivi e Grandi Fratelli inebetenti.

Aldemario Bentini
Venerdì 11 aprile 2008

martedì, aprile 08, 2008

Per chi votare ?

Ci siamo. Tra una settimana siamo chiamati al voto per il rinnovo del Parlamento Italiano. Sorvoliamo sul termine “rinnovo”. Sorvoliamo anche sulla retorica che spesso accompagna i suffragi: “grande momento di partecipazione”, “esercizio della democrazia”, “diritto dovere dei cittadini” e via così. Ognuno di noi può decidere liberamente se votare, se non votare. Possiamo anche decidere di andare al seggio e scrivere sulle schede elettorali: ”Andate a lavorare!”. E’ la minaccia che fa ogni volta il signor Luigi, del quinto piano, quello che la mattina alle sei, quando porta fuori il cane, sveglia tutto il condominio. Il signor Luigi è lo stereotipo assoluto del qualunquista, anche più della casalinga di Voghera. Per lui sono ancora tutti: “Comunisti, fascisti, democristiani… è tutto un magna, magna”, spiega con l’espressione di quello che la sa lunga. Chi sa se davvero non vota. Per chi Votare? Non sarò certo io a dare indicazioni. Non sarebbe corretto e ritengo i lettori di questo foglio persone intelligenti, con tutto quello che ne consegue. Non dirò nemmeno per chi voto! Ma posso dire per chi non voterò. Non voterò per quei partiti che nonostante una sempre più impaziente richiesta da parte dei cittadini di moralità, di trasparenza e di rettitudine, non hanno avuto il coraggio di escludere, alla faccia delle promesse, candidati impresentabili. Sanzionati e condannati, corrotti e corruttori, truffatori e truffaldini, furfanti e imbroglioni. Non è giustizialismo tracotante e vendicativo ma interessato tornaconto. In previsione di congiunture difficili, meno disonesti ci mandiamo, maggiore è la possibilità che venga fatto qualcosa per il Paese. Pertanto il 13 aprile indosserò una virtuale toga da giudice e (Dio mi perdoni) emetterò le mie personali sentenze, battendo con il martelletto del giudice tanto caro alla cinematografia americana e alla Massoneria. Io, giudice per un giorno, condanno: i totòcuffari, i baciolemani, i d’ufficioabusatori, i saltafossi unti e bisunti, i lecchini di professione il cui servilismo dovrebbe mettere a disagio persino i loro capi, le spie e i traditori e i cortigiani adulatori. Questo farò. Voi fate quello che credete. Votate per chi vi pare, ma andate a votare. Speriamo bene.

Aldemario Bentini


VENERDI’ 4 APRILE 2008