sabato, febbraio 10, 2018

Se solo immaginassero...


Forse abbiamo lasciato perdere troppo. Forse pensavamo che, dopo una guerra devastante, l’ultima in casa nostra, la seconda guerra mondiale in cui il regime fascista di Benito Mussolini ci aveva cacciato, oltretutto in modo approssimativo e cialtrone, senza mezzi adeguati (armi, divise, scarpe); una guerra che è costata al nostro Paese circa 470.000 morti, un terzo dei quali vittime civili, oltre a molte delle nostre belle città semidistrutte o pesantemente danneggiate, il sistema produttivo distrutto, così come le infrastrut-ture; forse pensavamo, dicevo, che l’Italia fosse vaccinata contro ogni tentativo di revanche fascista. È vero che il fascismo non ha mai abbassato del tutto la testa: serpeggiante in molti discorsi, in molti comportamenti, annidato ahimè ovunque, o platealmente manifestatosi, come in occasione della stagione degli attentati “neri”. Forse abbiamo pensato che si trattasse di folclore: le manifestazioni a Predappio, i cori fasciorazzisti e il saluto romano negli stadi, le pubblicazioni inneggianti al fascismo sempre più presenti nelle edicole e, addirittura, le etichette dei vini. Così, in un Paese che ha fatto molto poco i conti con la propria storia, in cui la memoria è assai labile, siamo arrivati ai giorni nostri: il fascismo razzista, violento nelle parole nei fatti, che ha provocato decine di agguati e aggressioni, e si parla solo degli ultimi tre anni. Se solo certi baldanzosi ragazzotti, che inneggiano al regime, immaginassero che cosa ha significato il fascismo in termini di perdita delle libertà individuali... Forse anche la scuola e tutte le agenzie educative hanno fallito in questo, cioè nel non riuscire a crescere generazioni lontane dall’odio, dalla violenza, dall’arroganza e dalla prepotenza del più forte sul più debole, tipiche del fascismo. Certo, la crisi econo- mica ci ha messo de lsuo, così come la crisi politica e morale del Paese. Chiudo, riportando quel che da anni va scrivendo un mio amico: attenzione, pericolo fascista.