sabato, gennaio 20, 2018

SCAMBIAMOCI UN SEGNO DI PACE

A Natale siamo tutti più buoni: retorica o augurio? Diciamo che è una speranza. La speranza che le divisioni, la rabbia, le paure non prendano il sopravvento sul- le relazioni, a largo raggio, che viviamo e che dovremmo costruire sempre di più. E allora, anche condividere un piccolo dono, un augurio, un abbraccio, una stretta di mano, un pranzo sono segni di umanità e di civiltà. Il percorso di civiltà che ha permesso agli esseri umani di scendere dagli alberi, di uscire dalle grotte e di iniziare a vivere e a crescere insieme. Ecco che cos'è stato lo sviluppo della specie umana: la scoperta che insieme ce la possiamo fare. Insieme al mondo nel suo complesso: gli altri esseri umani, l'ambiente, gli animali, il paesaggio, i colori e i sapori. Ho letto che i fraticelli che condividevano la scelta monastica di san Francesco discutevano un giorno su come allestire la tavola per la ricorrenza natalizia: il Natale si sarebbe dovuto celebrare con un bel pranzo, ma quell'anno capitava di venerdì, giorno dedicato all'astinenza, alla mortificazione del corpo. Chiesero quindi il parere di Francesco. Lui spiegò che digiunare in un giorno di festa non è ammissibile, anzi è peccato. Come potremmo festeggiare il Natale se non a tavola, mangiando e rendendo grazie a Dio per il cibo che ci regala? “Anzi vorrei – aggiunse Francesco – che in un giorno come questo tutti partecipassero al rito conviviale: uomini e ani- mali, e gli uccelli dell'aria. Tutti. E perché non gli oggetti inanimati, perché non i muri? Che ne di- reste di ungerli di grasso, per farli partecipare al banchetto? Se mai potrò parlare all'imperatore, lo supplicherò di emanare un editto generale che imponga a tutti coloro che ne hanno la possibilità di spargere per le vie frumento e granaglie, affinché in un giorno di tanta solennità gli uccellini e particolarmente le sorelle allodole ne abbiano in abbondanza”. Mi pare un bel modo per dirvi: tanti auguri da tutti noi.

domenica, gennaio 07, 2018

LIBERO ARBITRIO

Finalmente, una buona notizia - almeno così la ritengo - : dopo anni di tentativi, di battaglie, di scontri sui media e nei palazzi della politica, l’Italia ha una legge sul cosiddetto "testamento biologico". Tutti ricorderanno le polemiche feroci in casi come quelli di Eluana Englaro, di Piergiorgio Welby, e, più recentemente, di DJ Fabo: polemiche che, talvolta, hanno oscurato in modo poco rispettoso la stessa dignità, la stessa sofferenza del- le persone coinvolte, compresi i familiari. Che cosa affermavano i pazienti, se ne erano in grado, o, come nel caso di Eluana, il padre? Che vivere in certe condizioni non è dignitoso. Che la sofferenza non ha senso, se non ci sono speranze di una vita dignitosa. Che, come dice anche la nostra Costituzione, ognuno ha diritto di decidere della propria vita. Che, quindi, si deve avere il diritto di rifiutare l’accanimento terapeutico: cure invasive, pesanti, dolorose e senza speranza. Insomma, un principio di civiltà. Il mondo cattolico è in allarme e i politici ad esso più vicini hanno tentato di tutto per ostacolare il percorso della legge: ma non tutti i cattolici si sono comportati nello stesso modo. Sono temi che impegnano a fondo le coscienze: questo è chiaro. Però è anche chiaro il principio di autodeterminazione umana, che è alla base della civiltà moderna. Leggi di questo tipo non sono coercitive: aprono possibilità a chi vuole avvalersene. Chi, per motivi di fede e di coscienza, non le ritiene giuste, non se ne avvalga. Chi non vuole, non le utilizzerà e si comporterà nella propria vita come ritiene più giusto. Ma non si potrà più impedire a chi voglia decidere in autonomia e libertà della propria vita, compreso il fine vita, di farlo. Se la morte è la maturità della vita...

sabato, gennaio 06, 2018

DOMANDARE E' LECITO

L'anno nuovo si è aperto con notizie disparate: il rialzo delle Borse, le polemiche sui sacchetti bio dei supermercati, le manovre delle varie forze politiche in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo, il riavvicinamento tra le due Coree, tramite lo sport, le proteste popolari dura- mente represse in Iran, il grande freddo negli Usa. C'è qualcosa che accomuna il tutto? Certo che no, ma credo che emerga, ancora una volta, il bisogno disperato che abbiamo di verità. A cosa porterà il rialzo delle Borse, drogato dagli annunci di Trump su nuovi tagli fiscali, se non ad incrementare la finanziarizzazione dell'economia che sta provocando ancora grossi rischi di bolle speculative a rischio di esplosione? Quello stesso Trump che minaccia l'Iran, che ricatta l'autorità palestinese, che interviene lancia in resta nella questione delicatissima di Gerusalemme, che permette nuove trivellazioni in ma- re per cercare petrolio, che combatte l'uso di energie alternative, senza curarsi del riscaldamento globale e dei disastri climatici in corso, che anche gli Usa stanno pagando duramente? Non abbiamo mai amato la cosiddetta "pax americana" che molti presidenti, prima di lui, hanno tentato di imporre al mondo, ma qui abbiamo di fronte un incendiario, non un gendarme. La verità, dicevamo. In molti si stupiscono delle polemiche sui sacchetti bio dei supermercati, quelli per la frutta e verdura, che dobbiamo pagare a parte. Ma come, si dice, Governo compreso, è una misura ecologica, che combatte l'inquinamento. Il punto è che quei sacchetti, a differenza di quelli dove imbustiamo la spesa complessiva, prima non si pagavano, e ora sì. Come mai? La spesa è minuscola, certo; dovremo fronteggiare, nel 2018, ben altri aumenti delle bollette; ma si dimentica che, a volte, certi fatti sono simbolici. Perché pagarli? Perché a carico del consumatore? Perché il Governo difende questa scelta? Chiediamocelo. Dobbiamo continuare a porci domande, anche quando ci viene detto che sono domande ininfluenti o inappropriate. Sta agli interlocutori dimostrare con fatti che sono tali. Buon 2018.