martedì, dicembre 30, 2008

Un anno utile

Siamo giunti alla fine di questo anno bisestile. Anno bisesto anno funesto, se non altro perché portatore di una crisi economica della quale ancora non conosciamo le proporzioni e le conseguenze. Ed è il momento degli auguri. Gli auguri di fine anno per un felice, o almeno sereno, anno nuovo. Difficile credere che sia sufficiente una semplice anche se sentita e partecipata frase augurale per scongiurare eventuali difficoltà; tuttavia la ritualità s’impone e anche se non dovessero essere realmente propiziatori, meglio scambiarci gli auguri, non sia mai. Nell’antica Roma il Collegio degli Auguri era una istituzione, un consiglio di saggi istruiti all’arte della divinazione; una pratica ereditata dagli Etruschi, popolo misterioso e affascinante, ma che non riuscì a fuggire la mala ventura di aver incrociato i Romani, così rivela la Storia.
Proviamo a ripartire ancora una volta con il massimo dell’ottimismo e auguriamoci che il 2009 sia un anno prezioso, come lo è la vita, e favorevole. Favorevole nel senso di utile per riscoprire una dimensione più umana, meno virtuale. Una riscoperta delle radici e della saggezza delle nostre terre, dove tutto era basato sulla concretezza del fare e non dell’essere. Intanto auguriamoci un ritorno all’economia reale, dopo che quella della speculazione finanziaria ci ha portato sull’orlo del precipizio. Auguriamoci che il Governo, dopo aver tranquillizzato le banche, imponga loro la rinegoziazione dei mutui per una rata più sopportabile per chi non ce la fa, fino alla momentanea sospensione del pagamento per chi disgraziatamente, nonostante gli auguri ricevuti, dovesse perdere il lavoro. Esigere, sempre dalle banche, il sostegno alle imprese. E auguriamoci anche concreti interventi per il rilancio dei consumi, quindi della domanda interna, attraverso la defiscalizzazione di salari e stipendi. All’inizio di un nuovo anno è anche usanza farsi carico di promesse o impegni. Promettiamo a noi stessi che cominceremo a pretendere, perché niente diventa reale se non con il nostro consenso. Come dire: “Tutto quello che è accaduto e che accade, dipende anche da noi”.
Buon anno utile.

d.t.

lunedì, dicembre 22, 2008

I ragazzi della Col di Lana

Giorni fa, ho visitato la caserma Col di Lana di via Brescia. Una breve visita. La caserma è sede del X Reggimento Genio Guastatori, comandato dal colonnello Giuseppe Poccia. L’ho conosciuto, mi ha ricevuto nel suo ufficio, un breve colloquio ma tanto mi è bastato: un uomo pieno di energia,
dinamismo e motivazione, le fisique du rol del comandante. Nel suo ufficio c’è la teca che custodisce e preserva “La Bandiera”, il prezioso e storico drappo che il Reggimento ha ereditato dal 3° battaglione Genio Pionieri Lario. Bandiera pluridecorata sia al valor militare sia al merito civile. Confesso il fascino che ho subito e una grande mal celata emozione. La storia mi affascina e in quel luogo se ne respira. Un’emotività, la mia, forse dovuta anche al fatto che non ho prestato il servizio militare come avrei voluto. Nell’anno in cui decisi di non presentare domanda di rinvio del servizio di leva per motivi di studio, come avevo fatto negli anni precedenti, ecco che mi arriva il congedo: Articolo 100, ossia eccedenza rispetto al fabbisogno di personale. Immaginate il commento colorito degli amici. Il colonnello, tramite Il capitano Marco Mannino, mi ha chiesto se potevo fornire settimanalmente copie de Il Piccolo Giornale per i trecento militari che dimorano nella caserma. “Può consentire loro di conoscere meglio la città di Cremona e favorire una frequentazione e un migliore inserimento”. Questo l’obiettivo. Ho accolto la richiesta con piacere, riceveranno regolarmente tutte le copie che occorrono. Oggi non c’è più la leva obbligatoria e vestire l’uniforme è una libera scelta. Per questo, a mio parere, è un atto responsabile degno di considerazione e sostegno. Anche Cremona deve essere vicina a questi ragazzi che giungono da ogni parte d’Italia, considerando che Gian Carlo Corada ha conferito loro la cittadinanza onoraria. Era il dicembre del 2004: “Per l’impegno umanitario e sociale profuso nel servizio, contribuendo a mantenere alto il prestigio di Cremona…”,questa la motivazione. “Da oggi voi siete cittadini cremonesi a tutti gli effetti, qualunque sia la vostra provenienza”, disse il Sindaco.
Buon Natale ragazzi.

d.e.
Venerdi 19 dicembre 2008

giovedì, dicembre 11, 2008

Così non si salva, ma si uccide l'economia

Non ci voleva. Cittadini e aziende del settore masticano amaro: il giro di vite imposto dal governo alle detrazioni del 55% sugli interventi del risparmio energetico (serramenti, solare termico, caldaie) nel 2009 e 2010 è un danno al portafogli di molti italiani e di questo settore produttivo. Inizialmente, l’obiettivo era anche quello di contenere gli interventi per il 2008 con effetti retroattivi. Poi la retromarcia del ministro Giulio Tremonti ha salvato le tasche dei cittadini (50mila circa solo in Lombardia) che avevano già realizzato gli interventi. Non ci voleva. Perché il prossimo anno, come ci dice Enrico Ferla, imprenditore, profondo conoscitore del settore, se non ci sarà un arresto, sicuramente ci sarà una flessione di questo comparto. Non potendo, infatti, più contare sul bonus del risparmio energetico, molti lasceranno perdere. O cercheranno di spendere il meno possibile posizionandosi su interventi di fascia bassa. O, ancora, saranno nuovamente tentati da comportamenti opachi, per risparmiare. Invece, è proprio in questo momento di crisi che il governo deve incentivare cittadini e aziende a investire. Soprattutto in un settore come quello del risparmio energetico nelle costruzioni. Uno dei pochi comparti che, in una fase economica d’emergenza, sta tenendo. Oggi, invece, il pericolo è che anche questo mercato si impoverisca. Con il rischio di rendere addirittura controproducenti gli investimenti già fatti da molte aziende attive nel settore. E’ l’ennesima dimostrazione che il governo, nei confronti della crisi, non abbia le idee molto chiare sulle armi per fronteggiarla. Spara spesso nel mucchio cercando di raschiare il barile. E la doccia gelata lanciata sul risparmio energetico in edilizia è preoccupante. Già le case non si vendono. Se ora si abbatte la scure anche su chi vuole risanare e riqualificare la propria abitazione, il colpo per il settore edile sarà ancora più duro. Così non si salva, ma si uccide l’economia.

s.c.
venerdì 12 dicembre 2008

venerdì, dicembre 05, 2008

L’età e la visione del futuro

E' piuttosto difficile affrontare il tema del futuro con 1800 battute. Il futuro oggi non esiste, va immaginato. Ognuno di noi deve immaginarselo. Di questi tempi difficoltà e paura del presente rendono difficile prevedere un futuro se non con orizzonti foschi e pieni d’incognite. La mia immagine del futuro è influenzata dalla mia condizione attuale, dalla mia esperienza, dalle mie prospettive ed è anche limitata dalla mia età. Mio figlio Niccolò che ha diciotto anni ed è prossimo alla maturità, intravede altro: è ovvio. In America anche il presidente eletto Barack Obama, 47 anni, immagina il futuro del suo paese. Immagina di affrontare la crisi e la recessione dando inizio alla terza rivoluzione: dopo l’era del carbone, dopo l’era del petrolio, prevede e scommette sull’era delle energie rinnovabili. Non si tratta solo di ecologia e di difesa dell’ambiente, c’è molto di più. C’è la prospettiva concreta di rilancio dell’economia degli Stati Uniti e probabilmente la riconquista della leadership economica mondiale. Così come ieri, quando la locomotiva alimentata a carbone prima e il motore a scoppio alimentato a petrolio poi, favorirono la crescita e lo sviluppo imponendo la realizzazione delle infrastrutture necessarie, lo stesso accadrà, secondo Obama, investendo nell’energia alternativa: sole, vento, maree, biomasse, motori elettrici, pannelli solari e altro. Così la riconversione all’economia verde, in America, creerà 5 milioni di nuovi posti di lavoro,150 miliardi di dollari saranno investiti nei prossimi cinque anni, circoleranno un milione di auto tra ibride e totalmente elettriche, un quarto dell’energia elettrica sarà prodotta da tecnologia pulita, forti gli investimenti previsti nell’edilizia pubblica per edifici ad alta efficienza energetica con sconti e agevolazioni per quella privata. Soldi, tanti soldi alla ricerca. L'obiettivo? Entro il 2018 azzeramento delle importazioni di petrolio dal Medio Oriente. Sembra un bel futuro.
E in Italia? Da noi, per adesso, è tutta un’altra storia.

d.e.
Venerdì 5 dicembre 2008