E' piuttosto difficile affrontare il tema del futuro con 1800 battute. Il futuro oggi non esiste, va immaginato. Ognuno di noi deve immaginarselo. Di questi tempi difficoltà e paura del presente rendono difficile prevedere un futuro se non con orizzonti foschi e pieni d’incognite. La mia immagine del futuro è influenzata dalla mia condizione attuale, dalla mia esperienza, dalle mie prospettive ed è anche limitata dalla mia età. Mio figlio Niccolò che ha diciotto anni ed è prossimo alla maturità, intravede altro: è ovvio. In America anche il presidente eletto Barack Obama, 47 anni, immagina il futuro del suo paese. Immagina di affrontare la crisi e la recessione dando inizio alla terza rivoluzione: dopo l’era del carbone, dopo l’era del petrolio, prevede e scommette sull’era delle energie rinnovabili. Non si tratta solo di ecologia e di difesa dell’ambiente, c’è molto di più. C’è la prospettiva concreta di rilancio dell’economia degli Stati Uniti e probabilmente la riconquista della leadership economica mondiale. Così come ieri, quando la locomotiva alimentata a carbone prima e il motore a scoppio alimentato a petrolio poi, favorirono la crescita e lo sviluppo imponendo la realizzazione delle infrastrutture necessarie, lo stesso accadrà, secondo Obama, investendo nell’energia alternativa: sole, vento, maree, biomasse, motori elettrici, pannelli solari e altro. Così la riconversione all’economia verde, in America, creerà 5 milioni di nuovi posti di lavoro,150 miliardi di dollari saranno investiti nei prossimi cinque anni, circoleranno un milione di auto tra ibride e totalmente elettriche, un quarto dell’energia elettrica sarà prodotta da tecnologia pulita, forti gli investimenti previsti nell’edilizia pubblica per edifici ad alta efficienza energetica con sconti e agevolazioni per quella privata. Soldi, tanti soldi alla ricerca. L'obiettivo? Entro il 2018 azzeramento delle importazioni di petrolio dal Medio Oriente. Sembra un bel futuro.
E in Italia? Da noi, per adesso, è tutta un’altra storia.
E in Italia? Da noi, per adesso, è tutta un’altra storia.
d.e.
Venerdì 5 dicembre 2008
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