sabato, ottobre 19, 2019

Nessuno ci e’ amico, tranne le montagme




La tragedia che si sta consumando in terra siriana e che coinvolge soprattutto la popolazione curda non è soltanto (soltanto?) un’immane devastazione umanitaria, con le tante vittime civili che ormai caratterizzano le guerre di oggi (come non inorridire di fronte alle foto dei bambini feriti!), ma comporta elementi assai gravi. Il primo: in uno scacchiere geopolitico che vede la Turchia far parte della Nato, fin dal 1953, oggi il tiranno Erdogan (perché questo è l’appellativo a lui più consono) tiene l’Europa sotto ricatto, provocando una virtuale disarticolazione della Nato stessa. Ma è l’Europa che se l’è voluta, prima di tutto con le esportazioni di armi alla Turchia, mai sospese (pecunia non olet... e non olet neppure per l’Italia, che oggi dice di sospenderle), poi, per l’indifferenza, al di là delle indignazioni di facciata, rispetto alla brutale repressione di Erdogan nei confronti delle istanze democratiche che erano sorte in quel Paese. E, a proposito di curdi, non dimentichiamo che, quando nel 2016, primo ministro Gentiloni, arrivò in Italia il capo del partito filo-curdo Hdp, Selahettin Demirtas, oggi in carcere, questi non fu ricevuto da nessun rappresentante del governo, per non dare un dispiacere ad Ankara. Questo è il quadro. E quello degli Usa di Trump non è che l’ultimo tradimento subito dai curdi, a partire dalla caduta dell’Impero ottomano, quando le aspirazioni indipendentiste del “più grande popolo senza Stato” furono messe per la prima volta nelle mani di potenze straniere, regolarmente poi disinteressate, una volta soddisfatti i propri interessi regionali. Traditi da tutti, abbandonati, massacrati anche con l’impiego di gas e armi chimiche, i curdi, nel Rojava, sono riusciti a creare una realtà politica di grande spessore, fatta di confederalismo democratico, su basi di municipalismo libertario e di ecologia sociale, definita da Öcalan come “una amministrazione politica non statale o una democrazia senza stato”, attenta ai diritti politici, civili e sociali, in primis quelli delle donne. Una perla rara, nel mondo. Assistiamo, quindi, al massacro di un popolo e dei princìpi più basilari di giustizia, diritto internazionale e democrazia. Questa è la verità. Non a caso, un proverbio curdo recita “Nessuno ci è amico, tranne le montagne”.