sabato, marzo 29, 2014

Piace a tutti...


Piace a tutti, o almeno pare. Ha colpito mr. Obama e Frau Merkel. Gode di stampa ottima, come da tanto non accadeva ad un premier: anche più di Monti, che fu trattato per lunghi mesi come il salvatore della patria. Esplosivo, veloce, irridente: una girandola di fiorentinita'. Amico fraterno di imprenditori, frequenta parrocchia e mercati. Plaude al fatto che, con il cambio di stato delle Province, ci siano tremila politici che non saranno più a carico dei cittadini. Singolare, da parte di un politico "doc". Irride, quasi, alla rappresentanza: quella delle organizzazioni datoriali e sindacali. Lui stesso, in verita', non sarebbe rappresentativo: non e' eletto, non e' deputato ne' senatore. Parla di velocita' necessaria nelle leggi, intende svuotare la rappresentanza del Senato, accenna al premierato forte. Si potrebbe dire: perche', invece di correggere il bicameralismo, non si interviene sul numero globale di eletti alle Camere, se e' un problema di costi, o sulla capacita' di direzione politica, se si parla di lungaggini? Lui va avanti, per ora, a testa bassa. Con alcune contraddizioni, man mano procedono le cose. Alcune non banali: la questione dei cacciabombardieri F35, per esempio. Tutti eravamo colpiti dal fatto che l'Italia potesse sganciarsi da un impegno assurdamente oneroso; ma ora la ministra della Difesa rassicura i militari. Mah, vedremo. Molti italiani lo vivono come una ultima spiaggia. Forse verra' aiutato dal miglioramento della congiuntura economica. Magari riuscira' a mettere gli 80 euro in più nelle buste paga. Una preghiera, presidente Renzi: non si lasci tentare dal mito dell'"uomo solo al comando". Non ha portato bene a nessuno. Tantomeno al Paese.

sabato, marzo 15, 2014

Siamo tutti in attesa...

Che strana sensazione. Una sensazione di.. come dire? Di precaria attesa. In realtà, stiamo tutti aspettando. Il che non vuol dire che siamo inattivi, anzi, al contrario. Lo sapevate che In Grecia e in Italia si lavorano 300 ore in più della Germania? Pero', si guadagna la metà. Quindi, il problema non sono i "pigroni" dei Paesi del sud Europa, ma l'organizzazione del lavoro, gli investimenti in tecnologie e innovazione eccetera. Oltre, naturalmente, ad una tassazione diversa. Quindi, torniamo al punto: stiamo aspettando. Per esempio, che Renzi abbia ragione e che faccia ripartire l'economia e che ci abbassi le tasse e che dia nuova linfa al lavoro, alle imprese. Gli stessi sindacati sono sconcertati: anch'essi attendono la prova dei fatti. L'altro ieri il premier ha detto: ''L'Italia ha bisogno dell'Europa e l'Europa ha bisogno dell'Italia. Anzi, vorrei dire che è l'Europa che ha più bisogno dell'Italia''. Benissimo, è probabilmente vero. Ma, mi chiedo, ci chiediamo: e i vincoli europei? E i richiami? E il pareggio di bilancio inserito in Costituzione? Dov'è finito tutto questo? Ci hanno preso in giro prima? C'è troppa allegria ora? La soluzione era li', a portata di mano, e fior di cervelloni non l'hanno vista? Era l'uovo di Colombo? La sensazione che proviamo è un misto di speranzosa e al tempo stesso dubbiosa attesa. Noi aspettiamo. Anche le stelle stanno a guardare.

sabato, marzo 08, 2014

Elezioni comunali, faremo la nostra parte...

E' un fatto, purtroppo: una grande quantità degli italiani non apprezza più il proprio sistema-paese. Il processo è iniziato da molti anni, e lo scontento è salito inesorabilmente: prova ne sia il successo di formazioni politiche e leaders che inneggiano allo “sfascismo”. Ma il dato più allarmante è costituito da coloro che si astengono dal voto, perché non ci credono più. Anche le piazze sono praticamente vuote: qualcuno si ostina a dire che “ci vorrebbe la rivoluzione”, ma non pare di vedere in giro molto fervore rivoluzionario. Diceva uno che se ne intendeva, tal Mao Ze Dong, che la rivoluzione non è un pranzo di gala. Il prezzo è, comunque, esorbitante. La fa chi proprio non ne può più. Significa, allora, che esistono ancora margini, in questo Paese? evidentemente sì, e questo è senz’altro un dato positivo, che diamine. Solo che stanno crescendo, e molto, le disparità sociali. Questo Paese non riesce ad assicurare pari opportunità a tutti per studiare, per lavorare, per curarsi eccetera. Nel corso del vituperato Novecento, soprattutto nel secondo dopoguerra, erano stati compiuti passi molto importanti in questa direzione. Abbiamo assistito, nei confronti di alcuni diritti costituzionali, ad una progressiva opera di erosione. Certo, sono cresciuti alcuni diritti civili. Ma la giustizia sociale è fondamentale. Il desiderio di migliorare la propria posizione è una grande spinta: andrebbe nutrita, incoraggiando, soprattutto i giovani, a darsi da fare, per sé e per la collettività. Oggi stanno male in molti: chi è anziano per un verso, chi ha la mia età per un altro, ma chi vedo amareggiati e disillusi sono i giovani. Parlavo qualche giorno fa con un ragazzo di circa trent’anni: un curriculum non di eccellenza (ma dobbiamo essere tutti eccellenti? In un Paese ci sarà pur bisogno di chi tira decentemente la carretta, no?), comunque diplomato, comunque mittente di plichi di domande di assunzione a pacchi. Gli chiedo come va, e lui: beh, non trovo nulla, d’altronde non conosco nessuno … insomma, credo che chiunque aspiri ad un posto di governo, locale o nazionale, debba porsi l’obiettivo di una società meno ingiusta di quella attuale. Come? Lo chiederemo, insieme ai loro programmi per la città e per il territorio, ai candidati a sindaco.