sabato, luglio 31, 2010

Vacanze

Sono uno che preferisce la montagna, ma, quest’anno, mi sono fatto convincere a trascorrere qualche giorno al mare. Spiaggia, sole, onde … finalmente un po’ di relax, per sfuggire alle preoccupazioni quotidiane, almeno per un breve periodo. Un modo per illudersi di averle dimenticate? Come il titolo di un vecchio giallo di Agatha Christie: corpi al sole. Apparentemente immemori, abbandonati. Le ragazze ed i ragazzi corrono felici, si spruzzano, si corteggiano: hanno finito la scuola, oppure hanno lasciato un lavoro – probabilmente, un lavoretto. Chissà se pensano, e in quali termini, al loro futuro? Quali sogni avranno, quali desideri. Ma ci sarà tempo per le riflessioni un po’ più cupe, ora siamo qua, a goderci la vacanza. A dar retta alle analisi ed alle previsioni, avremmo dovuto tutti nasconderci in un buco nel terreno ad aspettare che la tempesta passasse. Invece siamo qui, perché la vita prevale, e la speranza pure. L’estate segna una sorta di spartiacque dell’anno: è al dopo estate che rimandiamo i buoni propositi: “mi metterò a dieta, a settembre palestra tutti i giorni, lavorerò a quel progetto…”. E ne traiamo nuova linfa, nuova vitalità, una piccola forza che cresce nuova dentro di noi. Nutrita dal sole, dall’aria, dai ritmi più rilassati. Noi, che abbiamo alle spalle diverse estati, ci godiamo la vacanza come una tregua, senza troppe aspettative. Loro, le ragazze ed i ragazzi, aspettano invece qualcosa, qualcosa che somigli alla felicità, qualcosa che sia la felicità. Che bello vedere giovaniche ridono: sono contagiosi.
Buone vacanze.

Daniele Tamburini

sabato, luglio 24, 2010

Una buona notizia

E' una notizia importante: secondo dati forniti da Confartigianato, la copertura energetica rinnovabile per i consumi domestici delle famiglie italiane ha raggiunto il 100%. Vale a dire che nel nostro Paese il fabbisogno di energia elettrica dei nuclei familiari viene coperto completamente dalla produzione complessiva che proviene dalle fonti rinnovabili. E questo risultato è stato raggiunto nonostante che la crisi abbia abbattuto la produzione tradizionale di elettricità dell’8,3%. Significa che sostenibile si può. In economia, come nella vita, sono pericolosi gli integralismi, le scelte senza alternative, le forzature che spesso peccano di ideologismi. L’energia è un tema di grandissima rilevanza economica e ambientale, ed è ormai chiaro a tutti che occorre ridurre la dipendenza dai combustibili fossili attraverso lo sviluppo delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico. Diversificare, e anche pianificare. Le energie alternative (fonti rinnovabili, sole, vento, interventid'efficienza energetica) sono in grado di generare aumenti nell'occupazione: il lavoro di installatori e manutentori. Posto che i due problemi più grandi relativi al nucleare (la questione delle scorie radioattive, la cui messa in sicurezza impegna per migliaia d'anni, e quella della sicurezza non intrinseca delle centrali nucleari, dovuta alle reazioni secondarie incontrollabili in caso d'incidente) sono tuttora lontani da una soluzione, la diversificazione energetica tra risorse rinnovabili e combustibili fossili è la strada più convincente. Negli stessi giorni in cui sono usciti i dati di Confartigianato, anche il presidente USA Barack Obama ha parlato, dallo Studio Ovale, di sviluppo di fonti energetiche alternative. È il presidente del Paese più potente del mondo, grande produttore di petrolio, che sta affrontando la catastrofe ambientale della Bp e in cui ci sono molte centrali nucleari: eppure, parla di 'clean energy economy', un’economia fatta di energia pulita e di "green jobs", lavori “verdi”. La strada è ancora lunga e accidentata, ma qualcosa si sta muovendo e, a mio parere, nel senso giusto.

Daniele Tamburini

sabato, luglio 17, 2010

Il dovere dei padri

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è intervenuto spesso sulla situazione dei giovani nel nostro Paese. Nell’ultimo, recente discorso, ha detto, non a caso in occasione di una visita ad una scuola di alta specializzazione, che “non possiamo continuare a far pesare sulle spalle dei giovani un debito pubblico così pesante”. Non possiamo, cioè, continuare ad imporre alle giovani generazioni una ipoteca schiacciante sulle possibilità di lavoro, di sviluppo, di ricerca di una loro strada nella vita. È una grande contraddizione: la società spinge verso modelli giovanilistici, nella moda, nell’estetica (pensiamo al boom degli interventi di chirurgia estetica, per le donne ma anche per gli uomini) ma, nella realtà, si fa ben poco, di concreto, per chi si affaccia alla vita adulta. Qualcuno dice che questa generazione di ragazzi forse è la prima che starà peggio rispetto ai genitori. L’inchiesta nelle pagine interne rileva le difficoltà, per i giovani, anche nell’acquisto della prima casa, con tutto quello che ne consegue riguardo ai progetti per formare una famiglia. Lo stesso Napolitano, lo scorso dicembre, aveva rivolto loro un appello: “Non ve ne andate. Possiamo far crescere il nostro Paese all'altezza delle conquiste delle società contemporanee più avanzate”. E’ una fase difficile ma ne usciremo, ne dobbiamo uscire. Contenere il debito pubblico è un dovere dei padri verso le generazioni future. Ricordiamo sempre quel detto per cui la terra non è nostra, ma l'abbiamo avuta in prestito dai nostri figli, e a loro dovremo restituirla.

Daniele Tamburini

venerdì, luglio 09, 2010

Nichi Vendola, una manna dal cielo?

Un buon comandante, dice Sun Tzu ne «L’arte della guerra», deve possedere diverse qualità: saggezza, rettitudine, umanità, coraggio e severità. Tutte caratteristiche che volentieri vorremmo vedere negli esponenti politici, e che qualcuno sicuramente possiede. Però, se fossero più estese, pensiamo a quanto sarebbe più interessante ascoltarli, e quanto sarebbe più coinvolgente occuparci del dibattito tra i partiti, in Parlamento eccetera. E come sarebbe più stimolante poter parteggiare per l’uno o l’altro di due avversari che possedessero le qualità indicate da Sun Tzu! O che, comunque, si ponessero in maniera ben diversificata, netta, precisa, senza balletti di cortesie manierate reciproche o senza urla tra sordi. Sinceramente, un recente esempio della possibilità di dialogare, pur nella profonda diversità dei punti di vista, l’ha fornito Nichi Vendola, che ha parlato ad una platea di industriali, riuniti in assemblea, a Vicenza (lui, uomo di sinistra del Sud), ascoltando e facendosi ascoltare attentamente. Vendola è un fenomeno da tenere d’occhio, secondo molti. Qualcuno dice che a Berlusconi farebbe comodo averlo come avversario, perché il Cavaliere potrebbe attaccarlo con facilità su molti piani: Vendola era comunista, parla di Marx senza problemi, dice “sinistra” senza imbarazzi, è dichiaratamente e tranquillamente omosessuale. Una persona ai suoi antipodi, un bersaglio perfetto: una manna dal cielo. Però … ha un grande coraggio delle sue idee. È cattolico senza infingimenti; è vicino alla Chiesa e apprezza papa Ratzinger, ma dice che la Chiesa va sfidata sul terreno della libertà e dell’amore, anche di quello gay; parla senza problemi di povertà, ma anche di gioia e di bellezza. In Puglia ha investito sulle energie pulite, su turismo e cultura, e l’acquedotto pubblico – incredibile - produce utili. Spariglia le carte, mette insieme anime diverse, difficile che dica parole conformiste. Il suo linguaggio è concreto e immaginifico insieme: affascina i giovani, fa riaffiorare idee e orgoglio sopito nei più anziani. Non fa finta di non essere un politico ed un amministratore, e se ne assume le responsabilità. Potrebbe davvero rimettere insieme i cocci di una sinistra che aspetta un leader capace di nutrirsi della grande tradizione novecentesca legata ai temi del lavoro, della solidarietà, dell’uguaglianza, della giustizia sociale, coniugati con le sfide di oggi: la precarietà, la frammentazione ideologica, la globalizzazione. Rieletto presidente della Regione Puglia, ha detto tranquillamente che se ne sarebbe andato un po’ in vacanza, senza fingere di mettersi a lavorare subito indefessamente per la comunità. Il tempo per la politica e per l’impegno, il tempo per sé. Chissà se verrà il suo tempo? Staremo a vedere.

dt

Anche nell’isola felice…

Rimaniamo sbigottiti di fronte ai due fatti di sangue, accaduti a pochissimi giorni di distanza nella nostra zona: due uomini, respinti, uccidono la donna che non li vuole più. Due donne, con tutta la vita davanti, che avevano fatto le loro scelte: per loro, tutto è finito. “Anche nell'isola felice il profondo disagio di una società allo sbando”, ha scritto Antonio Leoni all’indomani dei due omicidi. Non si creda che vogliamo fare la parte dei corvi, nel prendere spunto da fatti così dolorosi per fare alcune riflessioni. Ma forse, serve a tutti fermarsi un momento a pensare. Drammi – forse – nati dalla paura della solitudine, dall’angoscia del sentirsi rifiutati. Ma anche, da una convinzione che perdura ancora: molti uomini non accettano che le donne possano liberamente e consapevolmente decidere. Fatti come questi accadono sempre più spesso, a nord e a sud, trasversali alle classi sociali, alla condizione economica etc. Mezzo secolo di storia ha cambiato in profondità le compagne di una vita o di un percorso, e forse, noi uomini facciamo ancora fatica ad accettarlo fino in fondo. Difficile da ammettere, ma, se potesse essere occasione per riflettere, si tratterebbe pur sempre di un punto di partenza. Crescendo abbiamo imparato che la vita non è una fiaba. E’ un percorso dove si conosce il riso e il pianto, l’emozione e il disinganno, la fortuna decide per noi. Non sempre – purtroppo – finisce: “…e vissero felici e contenti”.

Daniele Tamburini

lunedì, luglio 05, 2010

La riqualificazione della zona stadio

Dalla crisi si può uscire con una dinamica di cambiamento, certo non con la staticità. Il progetto CremonaCityHub, presentato venerdi 25 in una affollatissima Sala Mercanti e al quale dedichiamo alcune pagine di commento, all’interno del giornale, riguarda una consistente riqualificazione urbana della zona compresa tra il Foro Boario e gli ex Magazzini Cariplo. Un’area cittadina in passato occupata da attività legate al mercato ed al commercio. Su questo programma sindaco e vicesindaco hanno scelto la strada del coinvolgimento e della partecipazione delle forze economiche e sociali della città, una scelta che, se portata fino in fondo, si rivelerà strategica. Ma la strategia, proprio perché, per sua natura, non deve avere il carattere dell’improvvisazione, non può tralasciare alcuni aspetti. Prima di tutto, la necessità di coniugare sviluppo e regole. Regole di mercato e di impresa, certo, ma anche regole nella salvaguardia del territorio e dell’ambiente e nella trasparenza di scelte e procedure. Lo sviluppo di cui abbiamo estremo bisogno è quello legato al lavoro ed agli investimenti, che rimetta in moto i consumi e che innesti dinamiche virtuose per cui la nostra città, la nostre zone diventino punti di attrazione per investimenti ulteriori: “Volare alto, pensiamo in grande” dice l’architetto Pagliari, concetto ribadito dall’onorevole Pizzetti. L’innovazione di cui abbiamo grande bisogno sta anche nelle idee, negli apporti progettuali che sicuramente circolano, ma che, a volte, stentano nel trovare espressione ed accoglimento. Il progetto CremonaCityHub, se ben gestito, può essere tutto questo. Il sindaco Perri ha detto, davanti ad una platea accaldata e all’inizio, forse, un po’ scettica: “State pur certi, andremo sino in fondo!”. Il presidente della Camera di Commercio Giandomenico Auricchio, entusiasta, non ha nascosto il suo consenso.

Daniele Tamburini