Rimaniamo sbigottiti di fronte ai due fatti di sangue, accaduti a pochissimi giorni di distanza nella nostra zona: due uomini, respinti, uccidono la donna che non li vuole più. Due donne, con tutta la vita davanti, che avevano fatto le loro scelte: per loro, tutto è finito. “Anche nell'isola felice il profondo disagio di una società allo sbando”, ha scritto Antonio Leoni all’indomani dei due omicidi. Non si creda che vogliamo fare la parte dei corvi, nel prendere spunto da fatti così dolorosi per fare alcune riflessioni. Ma forse, serve a tutti fermarsi un momento a pensare. Drammi – forse – nati dalla paura della solitudine, dall’angoscia del sentirsi rifiutati. Ma anche, da una convinzione che perdura ancora: molti uomini non accettano che le donne possano liberamente e consapevolmente decidere. Fatti come questi accadono sempre più spesso, a nord e a sud, trasversali alle classi sociali, alla condizione economica etc. Mezzo secolo di storia ha cambiato in profondità le compagne di una vita o di un percorso, e forse, noi uomini facciamo ancora fatica ad accettarlo fino in fondo. Difficile da ammettere, ma, se potesse essere occasione per riflettere, si tratterebbe pur sempre di un punto di partenza. Crescendo abbiamo imparato che la vita non è una fiaba. E’ un percorso dove si conosce il riso e il pianto, l’emozione e il disinganno, la fortuna decide per noi. Non sempre – purtroppo – finisce: “…e vissero felici e contenti”.
Daniele Tamburini
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