sabato, febbraio 22, 2014

Renzi, rischia molto, ha bisogno di auguri

Il logorio di anni di crisi incide negativamente anche sulla stessa capacità di reagire, per cui, vista dal basso, anche una discesa somiglia a una salita. Qualcuno commenta che, pur di uscire dai nostri guai, gli italiani si affiderebbero anche a Belzebù (senza nessuna voglia di resuscitare Andreotti, sia chiaro … o, magari, sì). Chissà che, oggi che leggete queste parole, Renzi non sia davvero riuscito a formare il suo governo. Ovviamente gli facciamo gli auguri: questo Paese ha bisogno di governo. Forse ha anche bisogno di stabilità, perché devo confessare una cosa: ci sarà stata una sostanziale palude nelle scelte, nei tempi di attuazione di ciò che viene detto, ma non è che il mare politico di questi ultimi anni sia stato contrassegnato dalla calma piatta, anzi. Premier su premier: Berlusconi, Monti, Letta, ora Renzi. A parte Berlusconi, gli altri sono stati premier annuali o meno. È successo per molti motivi che qui non sto a spiegare, perché sarebbe troppo lungo e io troppo inadeguato, ma come si fa a pensare di tirar fuori questa povera nave Italia dal mare procelloso in cui è, avendo a disposizione poco, pochissimo tempo? Il sindaco di Firenze e premier incaricato dice di essere in grado di distruggere le palle al piede che ci impediscono di riprendere il cammino. Glielo auguriamo, ripeto, per il bene di tutti noi. E lui ha puntato tutto per sbancare, o la va o la spacca. Non so che dire. La fretta, a volte, è cattiva consigliera. Il Paese è allo stremo, ma sono ancora tanti i privilegi. Abbiamo ascoltato tanti di quegli obiettivi da perseguire, che ormai li sappiamo a memoria, ma, sempre, molta nebulosità su come perseguirli. Ricordate il discorso di insediamento di Letta? Un libro dei sogni, così ci era sembrato. Ci si scontra soprattutto con un problema: dove trovare i fondi necessari. Vanno tolti a qualcuno, su questo non c'è dubbio. A chi? Riuscirà a mettere d'accordo su un programma preciso la maggioranza ex Letta? Di nuovo c'è la “profonda intesa” con Berlusconi, che ride sotto i baffi. Davvero, auguri.

sabato, febbraio 15, 2014

Perri non lascia… ma raddoppia

Nello stesso giorno della scalata di Renzi a palazzo Chigi, il sindaco Oreste Perri scioglie le riserve e i dubbi, di carattere anche personale e familiare, e annuncia di volersi ricandidare a sindaco di Cremona. Non che ci siano molti punti in comune tra i due personaggi, tranne forse l'accentuazione della dimensione operativa, del “fare”. Perri - lo dice nell'intervista che pubblichiamo - non è più solo “il gigante buono”, lo sportivo senza esperienza, ma con tanta voglia, di cinque anni fa. E' cresciuto politicamente e amministrativamente, sa come aggirarsi tra le trappole, gli ostacoli della politica e le richieste pressanti e ingorde di alcuni. “La mia squadra la deciderò, questa volta, da solo”. Però non si sbilancia più di tanto, ovvio. Saranno più preoccupati i suoi avversari, che hanno di fronte una strada in salita (Perri piace, e il suo essere uomo non di apparato piace ancora di più), o i suoi attuali compagni di strada? Perri non si sbottona sulla nuova squadra, nemmeno sul suo sostenitore di sempre: il vicesindaco Roberto Nolli. Vedremo. Certamente il sindaco è più sicuro e più smaliziato di cinque anni fa: «Ascolterò tutti, ma decido io. Il problema non sono i partiti ma gli uomini… » E come dargli torto? E' stato invece molto chiaro su un fatto: correre per un mandato solo vuol dire fermarsi a metà dell'opera. Non è ancora tempo di fare il Cincinnato, per lui.

sabato, febbraio 08, 2014

Se le istituzioni non funzionano, di chi la colpa?

Credo di conoscere la Costituzione come un qualunque cittadino medio: non approfonditamente. Leggo spesso, però, autorevoli studiosi di diritto (vedi anche l’intervista all’avvocato Besostri nelle pagine interne) che lanciano allarmi: la Costituzione sfregiata, la Costituzione ignorata. A volte, per noi cittadini non è semplice giudicare, ma è lecito porsi alcune domande. La prima: l’organismo che deve decidere se una legge rispetti la Costituzione ha detto che no, l’attuale legge elettorale non la rispetta. Uno potrebbe pensare: benissimo, cambiamo modello. E invece, due tra i protagonisti politici più importanti del Paese si accordano per riproporne una sostanzialmente uguale a quella vigente e “condannata”. Solo che cambierebbe nome, da “porcellum” a “Italicum”, sicuramente più elegante. Andiamo avanti: si parla di riformare il Senato. Poiché sta male che in democrazia ci sia una Camera sola a fare le leggi, ma si dice che il doppio passaggio da Camera al Senato allunga troppo i tempi, bene, si prende quest’ultimo e lo si trasforma in un’assemblea che anche quelle di condominio sono molto più incisive. Sindaci, Presidenti di Regione, esponenti della società civile che affiancherebbero la Camera senza sovrapporvisi. A fare che? Non si sa bene. Però, senza stipendio. Ma, se è un problema di costi, l’alternativa ci sarebbe subito: ridurre considerevolmente gli emolumenti di deputati e senatori da ora, da subito. E poi i costi ci sarebbero comunque: le spese di viaggio, per dire, e di soggiorno; il tempo distolto dalle funzioni specifiche dei componenti. E poi, forse una seconda lettura delle leggi è utile. Dice: ma le istituzioni non funzionano. Io credo che se il Senato non funziona, se la Camera non funziona, se la Regione non funziona etc… non sia colpa della Costituzione. È colpa di chi ne fa parte. Quindi, è colpa nostra che ce li mandiamo. Eppure no, non è nemmeno così, almeno da un po’, perché cosa scegliamo, con le liste bloccate? Siamo in un ginepraio, in un continuo paradosso.

sabato, febbraio 01, 2014

Questa nuova legge elettorale non mi piace

Non ho mai preteso di essere un esperto di politica, un addetto ai lavori. Sinceramente, però, sono sconcertato e perplesso riguardo la proposta di nuova legge elettorale, frutto dell'accordo Renzi-Berlusconi. Mi pare un topolino - o un brutto ratto, secondo molti - partorito da una montagna. Se la ride sicuramente il Cavaliere (lo è ancora?), rientrato in gioco, lui che è nella posizione di decaduto da senatore perché condannato in via definitiva, e accreditato come un “padre nobile” delle riforme che tanto servono al Paese. Mi domando: ma la Consulta non ha bocciato il Porcellum? E questa proposta di nuova legge elettorale, non è su quella falsariga? Non avevano detto in molti che, tanto per dirne una, le liste di "nominati" dai partiti non andavano bene? Dice: ma ci sono le primarie. Quanto a questo, mi pare che le primarie ognuno le faccia o no come gli pare. E poi le primarie non sono legge, mentre le liste bloccate sì. Sono perplesso e deluso. Ora, la riforma elettorale è sicuramente un tema importante, ma tutto il resto? Il lavoro, l’occupazione, gli aiuti alle imprese, la fiscalità… e inoltre (ne parliamo anche su questo numero del giornale): buona parte d'Italia è a rischio allagamenti, frane, smottamenti. Rischi per cose e persone, il patrimonio artistico che è il nostro vero petrolio che si sgretola: ieri Pompei, oggi le mura di Volterra. Finirà che dovremo trasformarci in anfibi, però, certamente, con una “nuova” legge elettorale.