Nello stesso giorno della scalata di Renzi a palazzo Chigi, il sindaco Oreste Perri scioglie le riserve e i dubbi, di carattere anche personale e familiare, e annuncia di volersi ricandidare a sindaco di Cremona. Non che ci siano molti punti in comune tra i due personaggi, tranne forse l'accentuazione della dimensione operativa, del “fare”. Perri - lo dice nell'intervista che pubblichiamo - non è più solo “il gigante buono”, lo sportivo senza esperienza, ma con tanta voglia, di cinque anni fa. E' cresciuto politicamente e amministrativamente, sa come aggirarsi tra le trappole, gli ostacoli della politica e le richieste pressanti e ingorde di alcuni. “La mia squadra la deciderò, questa volta, da solo”. Però non si sbilancia più di tanto, ovvio. Saranno più preoccupati i suoi avversari, che hanno di fronte una strada in salita (Perri piace, e il suo essere uomo non di apparato piace ancora di più), o i suoi attuali compagni di strada? Perri non si sbottona sulla nuova squadra, nemmeno sul suo sostenitore di sempre: il vicesindaco Roberto Nolli. Vedremo. Certamente il sindaco è più sicuro e più smaliziato di cinque anni fa: «Ascolterò tutti, ma decido io. Il problema non sono i partiti ma gli uomini… » E come dargli torto? E' stato invece molto chiaro su un fatto: correre per un mandato solo vuol dire fermarsi a metà dell'opera. Non è ancora tempo di fare il Cincinnato, per lui.
Nessun commento:
Posta un commento