venerdì, febbraio 11, 2011

Il ritratto di Dorian Gray

Hanno tutti paura di invecchiare, a cominciare dal capo in testa. Vogliono restare giovani, magari eternamente giovani: un misto tra il sogno di Narciso e il ritratto di Dorian Gray. Rimanere giovani e belli, mentre è il tuo ritratto che si carica di anni, invecchia e decade al posto tuo. In quanti sarebbero disposti  a scendere a patti, come il protagonista del libro, facendo finta di dimenticarne l’orribile conclusione. In mancanza dello specchio di Dorian, si ricorre alla chirurgia estetica, alla plastica alle fattezze. Oscar Wilde scrisse che l'unico modo per liberarsi di una tentazione è di abbandonarvisi. Quale tentazione più forte può esistere, dello sconfiggere le leggi di natura? Ed è per questo che non mi scandalizzo. Eppure, c’è qualcosa che non va. Che società è mai la nostra, composta da individui che non si accettano, e però si rendono, a volte, ridicoli pur di apparire giovani e pimpanti. Disposti a caricarsi di una immagine, finta pur di “vendersi” agli altri per quello che non sono. Capelli, viso, labbra, seno tutto rigorosamente falso, più falso delle monete romane che Totò cercava di piazzare ai turisti americani. Per non parlare della ostentazione di machismo a dispetto dell’età… Ci sono leggi della natura che è inutile e poco dignitoso combattere: arriva sempre il momento in cui il ritratto di Dorian grida la sua orribile verità. Diceva Anna Magnani al suo truccatore: le rughe non coprirle, che ci ho messo una vita a farmele venire. Aveva ragione: come era bello il volto segnato dal tempo e dalla esperienza di mia nonna Adele.

Daniele Tamburini