venerdì, gennaio 23, 2009

Contro la crisi, Barack Obama e l'economia della speranza

Fra chi aveva lo sguardo rivolto a Washington ed alla elezione del presidente Obama netta era la maggioranza di appartenenti alla classe media, di coloro che erano stati pesantemente colpiti dalla crisi economico finanziaria degli scorsi mesi, gente che aveva visto erodere il proprio livello di vita e messe arepentaglio le proprie case, i propri posti di lavoro, le proprie pensioni ed i propri risparmi. Obama sembra volermettere fine ad una dissennata politica economica americana tesa ad alimentare un deficit pubblico impressionante, utile a sostenere la potenza militare ma non a puntellare un’economia in crisi, una politica economica in cui erano venute a mancare regole certe per lasciare spazio a speculazioni ed arricchimenti irresponsabili, alimentandonel contempo un non sostenibile indebitamento dei privati. In una economia globalizzata il comportamento degli USA ha contagiato tutti gli altri paesi. I risultati di questa politica economicasono stati dirompenti per gli appartenenti alla classe media, ma non solo negli USA: l’OCSE afferma che l'Italia è tra i paesi dove la differenza di reddito tra ricchi e poveri è più ampia, e considerando i paesi del G7, l'Italia è seconda solo agli StatiUniti. L'Ocse definiscel 'Italia come un paese in cui le differenze di reddito sono particolarmente ampie: i salari di livello basso sono estremamente ridotti mentre i ricchi hanno standard di vita più elevato rispetto a paesi, come la Germania, dove le differenze di reddito sono più limitate ed i salari minimi sono più alti. Secondo l’OCSE «l'unica via sostenibile per ridurre le disuguaglianze» è assicurarsi che le persone siano in grado di trovare e mantenere un'occupazione. Questo significa che «i paesi sviluppati devono sforzarsi molto di più per inserire i cittadini nel mercato del lavoro piuttosto che sostenerli con indennità di disoccupazione o pensioni anticipate». Dunque la strada è stata indicata: investimenti pubblici, aumento degli stipendi più bassi, sostegno all’occupazione, moratoria nei pignoramenti di case, regole chiare per i mercati e, una norma per tutti: meno avidità ed irresponsabilità.

Enrico Tupone
tuponee@alice.it

venerdì, gennaio 16, 2009

Verso una nuova cultura della mobilità urbana

Caro Direttore, lunedì, ore 11 del mattino, spostamento in macchina da Porta Venezia a Porta Milano su Via Dante, cinque semafori ed una attesa per ognuno di almeno due “verdi” prima di muoversi: per circa 900 metri, cinque minuti (10 se fatti a piedi con passo un po’ lesto). Ore 11,45, da Porta Milano, pardon San Luca, a Porta Venezia: più o meno la stessa cosa. Io, che mi do le arie di essere persona “informata”, mi sono ritrovato ad imprecare come molti cremonesi sui lavori in corso su queste due vie e sulla Ztl. Imperdonabile, visto che la Ztl nulla c’entra con quelle lentezze che dipendono solo dalla complessità dei lavori in corso per la rivoluzionaria sistemazione di Via Dante e Viale Trento e Trieste che poi sarà assistita dall’impiego di semafori “intelligenti”.
Per quanto riguarda invece la Ztl, che in verità si tratta solo del suo allargamento rispetto all’esistente, è una esigenza e non uno sfizio se vogliamo che girare per il centro storico sia un piacere e non, come oggi, un mezzo incubo, presi di mira come si è da auto e da bus. Basta guardare a come la gente, sapendo di essere difesa dal traffico, scenda volentieri in strada il sabato e la domenica pomeriggio e, d’estate, il giovedì sera. Se fosse dipeso da me, la Ztl l’avrei estesa a tutta la città della Magna Faseolus, del Grande Vascello: Via Dante, Via Ghinaglia, Via Massarotti, Via Giordano, Via Genala, Via Ghisleri. Mi chiedo spesso perché se fino adesso per la vecchia Ztl non ci sono state grandi critiche, per quella nuova assistiamo ad una levata di scudi. Forse perché la sua gestione con la cittadinanza non è priva di pecche, favorendo timori da parte dei commercianti interessati? Oppure, e mi si scusi per la perfidia, per la vigilanza per il suo rispetto che sarà messa in campo? Oggi, infatti, l’attuale Ztl è controllata per mille motivi solo virtualmente dai vigili urbani. Domani, invece, lo faranno “implacabili” telecamere che riconosceranno chi ne ha diritto e chi cercherà, per non fare qualche passo a piedi in più, di fare il furbo. La verità però, caro direttore, è che il traffico avvelenando la nostra vita quotidiana e la nostra salute. Mi chiedo se tutti sanno che le tanto citate polveri sottili (PM10) per il 49% ce le regala il traffico stradale che però è solo un valore medio e che, quindi, quello del traffico urbano non può non essere che ben più alto! Se i cremonesi sono informati che l’Ue accusa lo smog della Pianura Padana (una delle 9 o 10 “fogne” del mondo) di essere responsabile di una diminuzione della aspettativa di vita per chi ci vive di ben tre anni di vita. E, sempre a proposito di traffico urbano, poco più di un anno fa, ottobre 2007, la Commissione europea ha adottato il suo “Libro verde” dall’emblematico titolo “Verso una nuova cultura della mobilità urbana”. Insomma, dobbiamo convincerci tutti che la realtà ci impone di fare qualcosa per migliorare non tanto il nostro benessere, quanto la qualità della nostra vita quotidiana. Specie se si vive in una città. Un riconoscimento va dato a questa amministrazione di avere realizzato il trasporto gratuito sui mezzi pubblici per gli alunni di alcune scuole in Ztl, provocando però, consapevolmente o meno, la ripresa del dibattito sul vecchio dilemma sul tema “trasporto pubblico o quello privato?”. Bene lo ha compreso, e bene ha fatto a cogliere l’occasione sul suo giornale, il signor d.e., avanzando la sua proposta di estendere a tutti questo servizio. Una idea non nuova, ma non in contrasto con le vigenti disposizioni regionali, perfettamente coerente con le direttive europee in materia di rispetto ambientale, indispensabile per contribuire alla vitale battaglia per l’abbattimento dei gas serra e dell ’inquinamento dell’aria. Una scelta, che richiederebbe una attenta quantificazione dei parcheggi “a corona” (che errore quel parcheggio in Piazza Marconi!). Si dirà, e icosti, visti i tempi? Non sono inavvicinabili. Infatti, dopo qualche ragionamento e l’acquisizione di qualche dato, i costi si aggirerebbero intorno ai 700 mila euro di minori entrate. Bisognerebbe però contare in una logica “full cost” i risparmi in altre spese, come, per esempio, in quelle sanitarie. Domanda che spero retorica: i cremonesi sarebbero disponibili a pagare mediamente 10 euro l’anno a testa per godere meglio della propria bella ed antica città, passeggiando in condizioni di salubrità dell’aria migliori, seppure di poco, rispetto a quella attuale e sperando di riguadagnare la speranza di vivere un po’ di più?

Benito Fiori

venerdì, gennaio 09, 2009

Ancora Ztl. E se i bus fossero gratuiti?

Mi è difficile immaginare la maggioranza dei cremonesi contraria alla limitazione del traffico in centro, contraria alla ZTL e ad una sua naturale evoluzione che dovrebbe, a mio parere, portare ad aree pedonali. L’alleggerimento del traffico è semplice buonsenso, non solo a tutela del centro storico, e quindi del patrimonio architettonico, ma a vantaggio di una maggiore vivibilità per gli “utenti”. Il centro storico è l’anima della Città, la memoria collettiva. Assolve una funzione simbolica di aggregazione e d’identità alla quale si può anche non dare eccessivo valore, ma obiettivamente ha un enorme valore economico per il prestigio dei suoi edifici e la bellezza dei monumenti che esercitano una notevole attrattiva sui turisti. Inoltre il centro storico si identifica con il centro direzionale e culturale, il centro degli “affari” e di molti servizi della città. Esso è frequentato da svariate categorie di cittadini, da chi lo abita a chi lo vive. In primis gli abitanti, poi studenti, liberi professionisti, commercianti, artigiani, impiegati di uffici pubblici e privati, lavoratori in genere. Ancora clienti acquirenti che visitano i negozi anche provenendo da “fuori”; ma anche passanti e turisti che si appropriano, per poche ore, del centro semplicemente per apprezzarlo e per goderne, passeggiando o sostando per un caffè. Un centro meno congestionato è un vantaggio anche per le attività commerciali, lo sanno i commercianti e lo sa Paolo Mantovani, presidente delle Botteghe del Centro che, infatti, non si dichiara contrario alla ZTL e a un’eventuale zona pedonale, ma piuttosto lamenta l’insufficienza di parcheggi. Parcheggi che si sarebbero dovuti prevedere e realizzare. Per questo, allo stesso modo, mi riesce difficile non dare ragione a chi protesta, anche con veemenza, per l’insufficienza di soluzioni tendenti ad evitare che i miglioramenti per la vivibilità del centro si trasformino in gravi disagi per gli abitanti delle zone limitrofe all’area ZTL. Ossia, che i vantaggi dell'interdizione del centro al traffico privato vengano pagati dagli abitanti delle zone circostanti, dove si concentra maggiormente il traffico delle auto e l'inquinamento acustico e atmosferico. E’ questo il problema più difficile da affrontare e risolvere. Tutto sarebbe più semplice e di facile soluzione se utilizzassimo maggiormente i mezzi pubblici e meno le automobili. Ma così non è, non siamo stati abituati, non ci viene naturale, istintivamente saliamo in macchina e con essa ci spostiamo anche per un breve tragitto, innescando tutte quelle problematiche conseguenti che sono connesse alla mobilità, all’inquinamento, all’economia e non ultimo alla nostra integrità fisica. Occorrerebbe un cambiamento generalizzato di mentalità, supportato da efficienti alternative alla mobilità privata.
Un’idea, ovviamente tutta da verificare nella fattibilità, nel rapporto costi/benefici, nell’aspetto legislativo e quant’altro, potrebbe essere quella di rendere il servizio di trasporto pubblico urbano gratuito per tutti. Offrire il trasporto pubblico gratuitamente a tutti potrebbe favorire la propensione a una mobilità più sostenibile. Molti potrebbero trovare ”conveniente” salire sull’autobus anche solo per poche fermate e piano piano abituarsi a salire, scendere e risalire ancora. Il bus come servizio, a nostra misura, da prendere anche per uno spostamento di poche centinaia di metri, quindi comodo e di facile fruizione anche per chi giunge dai quartieri periferici lasciando a casa l’auto. A utilizzarlo con maggiore frequenza oltre gli anziani e i lavoratori, sarebbero i giovani, e questo potrebbe essere l’inizio di una buona abitudine soggettiva che potrebbe diventare “un’educazione” contagiosa. Intuibili tutti i benefici in termini di salute, conservazione del patrimonio monumentale e non solo, di manutenzione, di risparmio di denaro e di tempo, di stress, di vivibilità e di vantaggi per il commercio. Il Comune dovrebbe, certo, compensare i mancati introiti della KM, ma non penso siano cifre esorbitanti, forse più grave per le casse comunali, orfane dell’ICI, sarebbe il mancato introito delle multe. La stessa KM potrebbe impegnarsi a sostituireprogressivamente le vecchie vetture con mezzi più ecologici: alimentati a metano o altro. E’ un’idea che necessita di condivisione e di convinzione, ma perché no?
Hasselt è una città belga comparabile con Cremona, un po’ più grande ma con lo stesso numero di abitanti. Per ciò che riguarda il traffico da alcuni anni ha adottato questo sistema: là il trasporto pubblico è completamente gratuito. Al sindaco e alla giunta di Piazza del Comune verificare le possibilità, la compatibilità con la legge 422/97 e la conseguente fattibilità. Qualcuno incaricato potrebbe prendere contatto con la municipalità di Hasselt, andare a vedere come funziona e studiarne l’esempio. A mio parere può essere una scelta che guarda al futuro nell’interesse, questa volta sì, di tutti i cremonesi.

d.e.