sabato, gennaio 21, 2017

Altro che legge elettorale...


Sembrava che il governo Gentiloni servisse solo per fare la nuova legge elettorale, perché tutti volevano andare subito a votare. Questo percorso adesso non pare così certo. Il voto in primavera? Sembra che Renzi non abbia più così tanta fretta. Così pure il Movimento 5 Stelle che voleva andare subito al voto, mentre adesso aspetta il parere della Consulta sull'Italicum. Cosa attenderci? Quale legge sarebbe preferibile? L'ubriacatura per il maggioritario che ha percorso gli ultimi decenni non ha portato né stabilità né certezze. E' inutile, l'Italia non è Paese da bipolarismo. E allora, io dico: torniamo al proporzionale,magari con una oculata soglia di sbarramento.
Detto questo, questi discorsi sembrano davvero lontani dalla realtà, tanto più oggi che assistiamo all'immenso dolore delle popolazioni che hanno subìto terremoto e distruzioni, che hanno stretto i denti per resistere accanto alle loro case, alle loro radici, ai loro animali, e che ora appaiono stremati e forse vinti da altre scosse, dal clima terribile, da soccorsi per certi versi eroici e per altri colpevolmente in ritardo e insufficienti. Ma è il solito discorso: manchiamo in prevenzione. Allora, altro che legge elettorale, verrebbe da dire...

sabato, gennaio 14, 2017

La democrazia ridotta a un “like”


l’Italia è divisa tra chi legge e chi no, dice l’Istat. Ma questo dato va letto insieme ad un altro: la mole di libri stampata nel nostro Paese è davvero impressionante. Ognuno, pare, si sente in dovere di scrivere un libro. Forse è quel detto, credo anglosassone, per cui, nella vita, bisognerebbe fare un figlio, piantare un albero e scrivere un libro? Il fatto è che molti milioni delle copie stampate dei vari testi non verranno mai letti. Quindi, una overdose di carta stampata rispetto ad una domanda piuttosto scarsa. Il fatto è che leggere è davvero importante e non tanto per “farsi una cultura”, obiettivo di per sé assai encomiabile, ma per capire il mondo che ci circonda. Alzi la mano, per esempio, chi ha compreso davvero dove stia la verità sulla questione del salvataggio delle banche. Abbiamo solo capito che ci vorrà una barca di denaro pubblico e che il denaro pubblico viene dalle nostre tasche, per definizione. Immaginate se ci fosse più consapevolezza diffusa, più conoscenza, più cultura su questi temi: forse, ci faremmo menare meno per il naso. Sempre l'Istat ci dice anche che gli italiani leggono poco e in molti non capiscono quello che leggono. In effetti frequentando Facebook qualche dubbio in merito ci viene, o no? La democrazia significa partecipazione e non si partecipa con un “like”su una notizia di cui abbiamo letto magari le prime tre righe, perché il modello di “lettura” a cui ci stiamo assuefando è questo, la democrazia ridotta a un like: mi piace non mi piace, bianco o nero, bello o brutto. Una lettura superficiale, veloce e tutto è uguale, un articolo serio o una barzelletta. Così come non si discute, non si approfondisce e direi che non si governa con un tweet. Ecco quindi che chi non è informato, chi non conosce, chi non esercita capacità critica viene manipolato: negli orientamenti ai consumi così come nella scelta politica. Ma non è sempre così: ci sono imprevisti, nelle vicende umane. Salti che scompaginano un percorso che sembrava segnato. Che cambiano orizzonte. Quindi, proviamo ad adottare, nel nostro
procedere, la mossa del cavallo. Cominciamo anche a guardare avanti da una prospettiva diversa e insolita, magari aiuta.

venerdì, gennaio 06, 2017

Il 2017 e un futuro da orientare


Dice la cabala che il 2017 nasca sotto buoni auspici. Si tratta infatti di un numero primo, la cui somma dei divisori, a loro volta sommati tra di loro, dà 11, numero che ha le caratteristiche della proattività e della resilienza. E di tanta proattività necessiteremmo: agire in anticipo per cercare di orientare il futuro, invece che esserne schiacciati. E anche di tanta resilienza: la capacità di adattarsi al cambiamento, di riorganizzare positivamente la propria vita. Credo che il Paese, in questi lunghi, interminabili anni di crisi, non ne abbia mancato, altrimenti non saremmo ancora qui.L’anno nuovo va quindi affrontato sapendo che niente sarà facile, ma che, ormai, abbiamo imparato ad essere proattivi e resilienti. La domanda è: né sarà capace chi ci governa? Avrà la capacità di quello scatto, di quel cambiamento di passo, di quella capacità di scartare e rimettersi in rotta, che hanno le navi sui mari procellosi e che possiede il passo del cavallo negli scacchi? Da tanto ce lo auguriamo, da tanto non lo vediamo. Il recentissimo governo Gentiloni è nato a seguito della rovinosa sconfitta subita da Matteo Renzi al referendum del 4 dicembre scorso. Forse il governo Renzi sarebbe potuto rimanere, se, come consigliavano in molti, l’ex premier avesse evitato di legare in maniera così stretta, tanto da rimanerne soffocato,l’esito referendario e la sua azione governativa. Diceva Piero Calamandrei, molto citato da Renzi stesso, ma della cui lezione non ha evidentemente fatto tesoro: “Quando si scrive la Costituzione i banchi del Governo devono restare vuoti”. Renzi ha giocato il tutto per tutto e ha perso, almeno per ora. E’ vero, il governo Gentiloni è una fotocopia di quello suo, ma, si sa, e lo diceva bene il grande sornione Giulio Andreotti, che il potere logora chi non ce l’ha. Adesso vedremo che succederà con la legge elettorale, con il prossimo responso della Consulta riguardo all’ammissibilità dei referendum sul jobs act e sui voucher, proposti dalla Cgil e con le varie manovre dei partiti. L’augurio che mi sento di farvi e di farci non è, come diceva Golda Meir, di non avere difficoltà, ma di poter affrontare e superare le difficoltà. Ne abbiamo tanto bisogno. Buon anno.