sabato, gennaio 14, 2017

La democrazia ridotta a un “like”


l’Italia è divisa tra chi legge e chi no, dice l’Istat. Ma questo dato va letto insieme ad un altro: la mole di libri stampata nel nostro Paese è davvero impressionante. Ognuno, pare, si sente in dovere di scrivere un libro. Forse è quel detto, credo anglosassone, per cui, nella vita, bisognerebbe fare un figlio, piantare un albero e scrivere un libro? Il fatto è che molti milioni delle copie stampate dei vari testi non verranno mai letti. Quindi, una overdose di carta stampata rispetto ad una domanda piuttosto scarsa. Il fatto è che leggere è davvero importante e non tanto per “farsi una cultura”, obiettivo di per sé assai encomiabile, ma per capire il mondo che ci circonda. Alzi la mano, per esempio, chi ha compreso davvero dove stia la verità sulla questione del salvataggio delle banche. Abbiamo solo capito che ci vorrà una barca di denaro pubblico e che il denaro pubblico viene dalle nostre tasche, per definizione. Immaginate se ci fosse più consapevolezza diffusa, più conoscenza, più cultura su questi temi: forse, ci faremmo menare meno per il naso. Sempre l'Istat ci dice anche che gli italiani leggono poco e in molti non capiscono quello che leggono. In effetti frequentando Facebook qualche dubbio in merito ci viene, o no? La democrazia significa partecipazione e non si partecipa con un “like”su una notizia di cui abbiamo letto magari le prime tre righe, perché il modello di “lettura” a cui ci stiamo assuefando è questo, la democrazia ridotta a un like: mi piace non mi piace, bianco o nero, bello o brutto. Una lettura superficiale, veloce e tutto è uguale, un articolo serio o una barzelletta. Così come non si discute, non si approfondisce e direi che non si governa con un tweet. Ecco quindi che chi non è informato, chi non conosce, chi non esercita capacità critica viene manipolato: negli orientamenti ai consumi così come nella scelta politica. Ma non è sempre così: ci sono imprevisti, nelle vicende umane. Salti che scompaginano un percorso che sembrava segnato. Che cambiano orizzonte. Quindi, proviamo ad adottare, nel nostro
procedere, la mossa del cavallo. Cominciamo anche a guardare avanti da una prospettiva diversa e insolita, magari aiuta.

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