venerdì, gennaio 06, 2017

Il 2017 e un futuro da orientare


Dice la cabala che il 2017 nasca sotto buoni auspici. Si tratta infatti di un numero primo, la cui somma dei divisori, a loro volta sommati tra di loro, dà 11, numero che ha le caratteristiche della proattività e della resilienza. E di tanta proattività necessiteremmo: agire in anticipo per cercare di orientare il futuro, invece che esserne schiacciati. E anche di tanta resilienza: la capacità di adattarsi al cambiamento, di riorganizzare positivamente la propria vita. Credo che il Paese, in questi lunghi, interminabili anni di crisi, non ne abbia mancato, altrimenti non saremmo ancora qui.L’anno nuovo va quindi affrontato sapendo che niente sarà facile, ma che, ormai, abbiamo imparato ad essere proattivi e resilienti. La domanda è: né sarà capace chi ci governa? Avrà la capacità di quello scatto, di quel cambiamento di passo, di quella capacità di scartare e rimettersi in rotta, che hanno le navi sui mari procellosi e che possiede il passo del cavallo negli scacchi? Da tanto ce lo auguriamo, da tanto non lo vediamo. Il recentissimo governo Gentiloni è nato a seguito della rovinosa sconfitta subita da Matteo Renzi al referendum del 4 dicembre scorso. Forse il governo Renzi sarebbe potuto rimanere, se, come consigliavano in molti, l’ex premier avesse evitato di legare in maniera così stretta, tanto da rimanerne soffocato,l’esito referendario e la sua azione governativa. Diceva Piero Calamandrei, molto citato da Renzi stesso, ma della cui lezione non ha evidentemente fatto tesoro: “Quando si scrive la Costituzione i banchi del Governo devono restare vuoti”. Renzi ha giocato il tutto per tutto e ha perso, almeno per ora. E’ vero, il governo Gentiloni è una fotocopia di quello suo, ma, si sa, e lo diceva bene il grande sornione Giulio Andreotti, che il potere logora chi non ce l’ha. Adesso vedremo che succederà con la legge elettorale, con il prossimo responso della Consulta riguardo all’ammissibilità dei referendum sul jobs act e sui voucher, proposti dalla Cgil e con le varie manovre dei partiti. L’augurio che mi sento di farvi e di farci non è, come diceva Golda Meir, di non avere difficoltà, ma di poter affrontare e superare le difficoltà. Ne abbiamo tanto bisogno. Buon anno.

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