sabato, marzo 31, 2018

“Gridate, prima che gridino le pietre”





La Pasqua cristiana è il tempo della resurrezione: Gesù Cristo risorge dal sepolcro. “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”: un potente messaggio di vita e di fede. La Pasqua ebraica è il tempo della liberazione: l’affrancamento dalla schiavitù del popolo ebraico in Egitto. “Perché questa notte è diversa da tutte le altre? Perché eravamo schiavi in Egitto e ora siamo uomini liberi”. Entrambe le feste cadono in un periodo dell’anno in cui la natura si risveglia e i cuori si liberano e risorgono, aprendosi alla nuova stagione. Le grandi religioni si nutrono di fatti e pensieri profondamente umani, profondamente radicati nell’esperienza umana. Ho letto un bellissimo brano di un noto intellettuale, Raniero La Valle, in cui ricorda il recente invito di papa Francesco “a liberare e a mettere in gioco nel mondo il terzo grido”. Il primo grido è quello dell’osanna: della gioia che accoglie l’annuncio del regno di Dio. Il secondo grido è quello dell’odio, del “crucifige”. Oggi, purtroppo, assistiamo al prevalere di questo secondo grido. Il terzo grido è quello che nessuno può mettere a tacere: come disse Gesù nel giorno delle Palme ai farisei che volevano che imponesse il silenzio ai suoi discepoli, “Io vi dico che se questi taceranno, grideranno le pietre”. È il grido della novità e della liberazione. Papa Francesco ha chiesto questo grido alla comunità dei credenti, soprattutto ai giovani: “ Sta a voi non stare zitti, sta a voi la decisione di gridare ... Per favore, decidetevi prima che gridino le pietre”. Viviamo questa esortazione del Papa come un invito rivolto a tutti, anche ai non credenti, per affermare i valori della pace, della giustizia e dell’amore. Buona Pasqua.