venerdì, aprile 18, 2008

Gli iItaliani hanno scelto

Gli italiani hanno votato e con il senno di poi appare tutto chiaro, banalmente comprensibile. Si capisce la campagna elettorale berlusconiana quasi in tono minore, seppure senza la rinuncia a qualche battutaccia. Una propaganda elettorale al risparmio, e non solo d’energie fisiche. Il Cavaliere, incredibilmente quieto, era certo di vincere, forse confortato dai risultati dei suoi aruspici sondaggisti o forse perché era l’unico ad avere in mano la vera fotografia del paese. Tutti ci rendiamo conto, con il senno di poi, quanto valga il tema della sicurezza e del federalismo fiscale, prerogativa della Lega. Adesso abbiamo compreso che gli italiani sono alla ricerca di rassicurazioni più che di cambiamento. Berlusconi ha chiesto ed ha ottenuto. Ha avuto la sfacciataggine di chiedere una maggioranza di almeno venti senatori,ne ha ottenuti molti di più. Ha stravinto, senza se e senza ma. Tutti gli altri hanno perso, astensionismo in testa. Pochi avevano immaginato un simile risultato. I sondaggi davano L’Arcobaleno vicino all’8 %.! E le piazze? Veltroni ovunque andava le riempiva di entusiasmo, Cremona compresa, fino all’apoteosi di Roma: 150 mila presenze contro le sparute 40 mila di Berlusconi, e lui, come fosse allo stadio, si concedeva finanche di irridere Er Pupone. “Piazze piene, urne vuote”. E’ una sentenza di Pietro Nenni, condivisa da mio nonno. Il fatto è che esiste ancora quella che una volta era chiamata la maggioranza silenziosa e Berlusconi lo sa bene. E’ composta da chi non si manifesta, non si dichiara apertamente, vota il Cavaliere ma non lo dice, lo vota anche se non condivide del tutto le sue idee. La maggioranza degli italiani non è di destra, eppure questa volta l’Uomo di Arcore ha ricevuto democraticamente un mandato a prova di ribaltoni, di sgambetti, di spine nel fianco, e non sarà certo la Lega a procurargli fastidi, Bossi è l’alleato più fedele. Lui, Berlusconi, può persino parlare di misure impopolari, e se avrà l’ambizione di governare nell’interesse generale sarà un bene per un Paese che non ha più tempo da perdere. A meno che non sia tutto così fin troppo facile, senza contesa, soggettivamente inappagante da fargli venire voglia di Quirinale.
Aldemario Bentini

Venerdì 18 aprile 2008

Nessun commento:

Posta un commento