lunedì, giugno 16, 2008

C'è puzza di bruciato

L’idea che le forze dell’ordine utilizzino lo strumento delle intercettazioni telefoniche per indagare, contrastare o, meglio ancora, prevenire le attività illegali, a me non dispiace. Anzi, mi dà un senso di sicurezza. Ho la pretesa convinzione che sia così anche per la grande maggioranza degli italiani che non solo non hanno niente da temere, ma hanno altro cui pensare: caro benzina, bollette, potere d’acquisto. Leggo invece che il governo ha fretta di legiferare sul tema, vietare le intercettazioni, eccezion fatta per i reati più gravi: mafia, criminalità organizzata e terrorismo. Pene severe fino a cinque anni per giudici e forze dell’ordine che dovessero contravvenire, idem per i giornalisti. Togliere ai magistrati uno strumento fondamentale, il più efficace nella lotta contro il crimine, a me pare un’assurdità. A sostegno della necessità di intervenire, limitando fortemente le intercettazioni, propinano balle. Ci dicono che la spesa per le intercettazioni è pari a un terzo del bilancio della giustizia. Balla. Nel 2007 si sono spesi 224 milioni di euro pari al 3,2% della spesa totale. Si tace, invece, su quanto lo Stato ha recuperato nella lotta all’evasione grazie alle intercettazioni. Un esempio su tutti, per le indagini sull’affaire Antonveneta e i furbetti del quartierino; si sono spesi in intercettazioni 8 milioni di euro. I soldi recuperati dai 64 indagati che hanno patteggiato, assommano a 324 milioni, parte dei quali messi a bilancio per la costruzione di nuovi asili, mentre con il resto si possono pagare tutte le intercettazioni per un intero anno. «Siamo tutti intercettati», altra balla colossale. Le persone intercettate nel 2007 sono state circa 80mila. Le intercettazioni a loro carico sono state eseguite sulla base di sospetti. Se in molti casi il risultato è stato non luogo a procedere, ciò si è reso possibile grazie alle intercettazioni stesse, che possono essere a mio parere, anche una forma di garanzia. E’ di questi giorni la raccapricciante vicenda della clinica Santa Rita: vengono i brividi. «Ho agito secondo scienza e coscienza» questa la dichiarazione di uno dei responsabili. E no,ci sono le intercettazioni che fanno emergere tutt’altro quadro di scellerata disumanità. «Si sarebbe potuto arrivare alle stesse conclusioni controllando le cartelle cliniche» ha detto Il presidente dei senatori del PDL che evidentemente ci prende per fessi. Quante volte abbiamo sentito di documenti manomessi e contraffatti? Una volta si diceva verba volant, scripta manent (le parole volano, gli scritti rimangono), oggi sono le parole a restare (sui nastri magnetici). Non ne faccio un discorso di parte perché l’impressione è che, fatte salve poche eccezioni, trasversale è l’urgenza di disciplinare comunque la materia. A chi giova? Ci sarebbero altre priorità, gli italiani hanno altro cui pensare… forse è proprio per questo che il momento è adatto…
Aldemario Bentini

VENERDI’ 13 GIUGNO 2008

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