giovedì, giugno 05, 2008

Fuori posto

Capita di essere o di sentirsi fuori posto, l’ultima volta qualche giorno fa in un noto ristorante del centro. C’erano dirigenti, addetti stampa, giornalisti. Io, che giornalista non sono, mi sentivo fuori posto e anche un po’ a disagio: “Lo sapevo, non dovevo venire” mi son detto. In questi casi che si fa? Non confidate più di tanto su gli altri commensali, raramente vi tolgono dall’impiccio. La situazione si può gestire diventando chiacchieroni a prescindere dagli interlocutori o restando in silenzio facendo finta di niente, oppure dispensando sorrisi assecondando e compiacendo secondo le circostanze. Meglio, però, restare seri sempre e comunque… a prescindere.
Anche la “Tamoil” è fuori posto. La faccenda è grave e la serietà si impone. La vicinanza con la Città è una situazione anacronistica, generata dall’ignoranza del tempo che fu, è un intollerabile pericolo. Errare umanum est, perseverare diabolicum, errare è umano, perseverare è diabolico e la terza possibilità non è concessa. Tocchiamo ferro, legno e quant'altro: quali sarebbero le conseguenze in caso di grave incidente? Di chi le responsabilità? Nessuno può negare che la raffineria sia fuori posto a meno che non lo sia la Città. Di certo non sono fuori posto le canottieri, stanno dove devono stare: sulle sponde del fiume. Cremona città è dove l’hanno fondata i Romani circa 2.200 anni fa, baluardo contro Annibale che scendeva giù dalle Alpi. I nostri avi avevano scelto un bel luogo: terra fertile e abbondanza di acqua. A quel tempo il combustibile era il sudore sia umano sia animale, oggi è ancora purtroppo una sostanza cancerogena.
Il diritto alla salute è riconosciuto dalla Costituzione, è un diritto che lo Stato deve tutelare nell’interesse dell’individuo e della collettività, quindi di se stesso. Se il diritto non è garantito, è lecito rivendicarlo, per farlo è necessario essere in tanti e protestare. Uscire da quella condizione di eterna inerzia, traguardare lo sguardo oltre i confini del proprio orticello, grande o piccolo che sia, sconfiggere l’idea che tocchi sempre agli altri risolvere i problemi: noi no perché “Non si sa mai…”. Quando la folla rumoreggia e preme anche i politici più guardinghi possono sentire su se stessi un peso morale e prendere decisioni coraggiose. Certo è che ci vorrebbero dei trascinatori, uomini di carisma. Intellettuali e studiosi dovrebbero uscire allo scoperto, uomini abili nello spiegare e convincere, capaci di spingere i cittadini ad abbandonare l’apatia, a vincere la paura di perdere i propri piccoli e presunti privilegi per rivendicare il diritto sacrosanto alla sicurezza e alla salute che è imprescindibile, prioritario rispetto a tutto anche a: “Chi si fa carico della bonifica, chi paga?”
P.S. Nel caso risultasse, invece, che a essere fuori posto è la Città, per l’eventuale delocalizzazione suggerisco il mare: lo iodio fa bene.
Aldemario Bentini

venerdì 6 giugno 2008

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