Tra poco più di un mese i cittadini cremonesi saranno chiamati ad eleggere il sindaco. Ad onor del vero in città non si respira quell’aria di effettiva contesa tipica degli anni scorsi: c’è poco entusiasmo, poca attenzione, apparentemente poco interesse. E’ vero che gli stessi candidati stanno scaldando i motori, ma è anche vero che stiamo attraversando un periodo di disaffezione nei confronti della politica dei partiti e delle istituzioni. Lo sa bene il sindaco Perri che, tenendo fede al suo profilo, cerca di mantenere le sue più volte rivendicate caratteristiche di uomo della società civile, uomo della porta accanto, che deve fare i conti con i partiti ma che cerca di mantenervisi ad una certa distanza. Non gli farà gioco l'atteggiamento, per ora intransigente, della Lega... o forse si? E il candidato del centrosinistra, Galimberti, saprà approfittare del traino fornito dal "rullo compressore" Renzi? Galimberti sembra riscuotere buoni consensi, ma per adesso non emoziona; mentre Perri è uno sportivo, il campione, uno che sa quando accelerare. Inoltre, il governo della propria città risponde spesso a logiche completamente diverse da quelle romane, e anche il voto. Non me ne vogliano gli altri candidati a sindaci, ma lo scontro è tra Galimberti e Perri, con Zagni terzo incomodo, accreditato di un risultato che può oscillare tra un 5 e un 8 per cento dei voti. L’Oreste, come in molti continuano a chiamarlo, viene comunque dato in vantaggio, nonostante la sua campagna elettorale non sia ancora iniziata; assorbito dagli impegni istituzionali e dagli obblighi di governo della città. Mentre Galimberti si sta dando un gran daffare, alla ricerca di consenso, in questo certamente non aiutato da una alleanza di centro sinistra poco compatta e coesa. Ma c’è tempo: tutto può essere, tutto può cambiare. Quanto incideranno il non voto, l'astensione? Le prossime settimane ci daranno indizi più concreti.
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