sabato, maggio 17, 2008

Totò, Renato e i Fannulloni

Licenzieremo i fannulloni della Pubblica Amministrazione”. L’ ha detto, giorni fa, Renato Brunetta ministro della Innovazione e della Funzione Pubblica nel nuovo governo appena insediato. Pugno di ferro contro gli impiegati pubblici che non lavorano, “Chi non lavora non deve mangiare”. Perbacco!
Colpirne uno per educarne cento” ha incalzato il Ministro mutuando una frase di Mao Tse Tung resa famosa dalle Brigate Rosse.
Finalmente”, mi grida il signor Luigi, coinquilino, che sfortunatamente questa mattina non sono riuscito ad evitare (s’era ben nascosto). “Sapesse dottore la fila che mi devo sorbire quando vado in Posta a ritirare la pensione. L’impiegata? Una lumaca, quando non è al telefono con l’amica che vuol sapere il tempo di cottura del cotechino grosso con le verze”. E giù una geremiade sulle cattive ed insensibili abitudini degli impiegati statali. Sarà che sono particolarmente fortunato, trovo molto spesso disponibilità all’ufficio postale o in Comune dove, la settimana scorsa, un efficiente e attivo dipendente mi ha fiancheggiato, dovendo produrre un’autocertificazione. Anche alla Motorizzazione Civile laddove la solerte impiegata mi ha aiutato, togliendomi d’impaccio, nello sbrigare le pratiche per il motorino di mio figlio. Pure al Catasto dove ho trovato gentilezza e comprensione. Difficilmente trovo scortesia o sgarbatezza negli uffici pubblici. In contrasto, piuttosto, con la sensazione di perdere più tempo del dovuto di fronte agli sportelli della banca o, come nel febbraio scorso, all’ACI di Corso Mazzini dove, per pagare il bollo, i moccoli si sprecavano. Impiegati statali fannulloni non ne ho incontrati, sarà mica che Brunetta pensava e rimuginava riguardo i dipendenti dei ministeri romani? Beh lì non so. Forse, se così è, avranno cattivi esempi da emulare.
Mi viene in mente un film di Totò. Il Padreterno, al momento del giudizio finale, appreso che Totò alias Ettore Pappalardo, archivista-capo or giunto al suo cospetto, è stato per trent'anni dipendente statale lo spedisce, solo per questo, diritto e senza indugio in Paradiso. (Totò e i Re di Roma regia di Steno e Monicelli: imperdibile).

Aldemario Bentini
Venerdi 16 Maggio 2008

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