Ancora una volta, nel Paese prevalgono la divisione, il tifo, le barricate. Inutile girare intorno al problema: al centro della vita politica stanno le vicende degli ultimi giorni, con protagonista ancora una volta lui, il Cavaliere, un Silvio Berlusconi agli onori della cronaca forse, ora, in maniera un po’ più sovraesposta di quanto possa gradirlo, lui che comunque non si è mai sottratto alla luce dei riflettori ed alla presenza sui media (anzi, è questo parte della sua forza). Il fatto è che ovunque, come emerge anche da una nostra inchiesta che trovate in questo numero del giornale, sulla scacchiera dell’opinione pubblica i pezzi sembrano ormai fissi: da una parte, chi è indignato dalle accuse rivolte al premier, da quanto risulta dalle intercettazioni, dai giudizi tutt’altro che benevoli della stampa estera, ed è preoccupato dall’ennesimo stallo in cui è bloccato il Paese; dall’altra, chi individua nel cosiddetto “caso Ruby” una manovra, condotta dai “soliti noti”, magistratura e forze di centro-sinistra, per screditare Berlusconi e scardinare il suo governo. Caso mai, si può notare che le persone anziane, nate e cresciute in un epoca in cui morale privata e pubblica imponevano certi comportamenti, giudicano in modo più pesante feste e festini, mentre tra i più giovani – cresciuti tra veline e tronisti in TV - si fa strada un atteggiamento giustificatorio o che comunque richiama il diritto alla libertà di scelta nell’ambito privato. Prevale l’eterna storia italiana di opposte fazioni, con nessuno che riesca ad avere un potere unificante. Intanto la Banca d’Italia ha lanciato un ulteriore allarme: la ripresa non viaggia come dovrebbe. Non ci sarebbe neppure bisogno di analisi sofisticate per capirlo, basta vivere nella realtà. Vivere nella realtà: forse è questo che manca alla classe politica. Come ho letto da qualche parte, il problema probabilmente non sta nel Cavaliere, ma nel cavallo...
Daniele Tamburini
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