Ho ascoltato il messaggio di fine anno del presidente Giorgio Napolitano; messaggio rivolto ai giovani, ai giovani che cercano la propria strada e che rappresentano il nostro futuro: "Il futuro è dei giovani o l'Italia è persa", ha detto il Presidente. Un messaggio che è un monito e che andrebbe da tutti condiviso. Ho personalmente apprezzato la capacita' di Napolitano di entrare in sintonia con le preoccupazioni più profonde del Paese e spinto dalla curiosità sono andato a cercare i messaggi augurali, di fine anno, dei precedenti presidenti d'Italia; da Luigi Einaudi – che fu il primo a tenerlo in TV- in poi: Gronchi, Segni, Saragat, Leone, Pertini, Scalfaro, Ciampi. Alcuni temi ricorrono, anche a distanza di sessanta anni, e possiamo ascoltare parole come solidarietà, lavoro, impegno, giustizia, coesione. Certo, ciascun discorso risente dei tempi, delle sventure che si sono abbattute, purtroppo numerose, sul nostro Paese, degli argomenti emergenti: l’emigrazione italiana all’estero, le calamità naturali, il terrorismo. Ma allora, mi sono detto, la situazione complicata, difficile, in cui viviamo non è così nuova, se ogni Presidente ha sentito la necessità di rincuorare, di esortare, di sollecitare ad unire le forze, a resistere solidalmente. Nell’anno appena iniziato si celebreranno i centocinquanta anni dell’unità d’Italia. Il nostro inno nazionale, a lungo provvisorio, spesso canzonato, costellato indubbiamente di parole desuete, ad un certo punto dice: “stringiamoci a coorte”. Ho provato a chiederne il significato in giro, c’è stato un certo smarrimento. Certo, la coorte romana ben poco ci incastra con la situazione odierna, ma vale il significato, uguale a quello dei messaggi dei Presidenti che si sono dipanati negli anni: uniamoci. Guardiamoci l’un l’altro con meno sospetti e maggiore fiducia. Siamo nella stessa barca. Se la lasciamo andare in malora, affonderà il nostro vicino, ma noi con lui. Ma sono certo che questo non accadrà, ho fiducia nelle persone, ho fiducia negli italiani.
Auguri per un sereno 2011.
Daniele Tamburini
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