venerdì, maggio 20, 2011

Milano: Moratti o Pisapia?

Fare una previsione su come andrà il ballottaggio alle elezioni amministrative di Milano equivale a indovinare un terno al lotto, e neppure mi interessa farlo. Dalla vicenda, però, sono emersi alcuni punti interessanti. È davvero strano, il nostro Paese: sicuramente non si può mai dare niente per scontato. Erano elezioni, queste a Milano, su cui il capo del governo aveva davvero puntato molto. Berlusconi raramente sbaglia cavalli e strategie di corsa: eppure, questa volta l’elettorato non l’ha premiato, come non ha premiato la Lega, della quale molti attendevano lo “sfondamento”. Forse, il partito di Bossi ha scontato i malumori della base che mal sopporta gli Scilipoti e i Romano, oltre ad un gregariato “a prescindere”. Pare, ora, che la Moratti abbia puntato il dito contro il livello eccessivo di scontro che ha permeato la battaglia elettorale, soprattutto negli ultimi tempi. Forse non è stato opportuno insistere sui giudici “metastasi cancerose”, in una Milano che non ama gli eccessi. Sì, il nostro è un Paese strano. Una forza, il PdL, che intende parlare al cuore moderato della società, eppure adotta certi toni e amplifica le dichiarazioni denigratorie di chi vuol essere più berlusconiano di Berlusconi; e, al contrario, la Lega, da sempre battagliera, magari “sopra le righe”, che cerca di rimettere al loro posto le parole e usa toni davvero “di governo”: abbiamo ascoltato la ferma e convinta dichiarazione di solidarietà con i giudici del presidente del Piemonte Cota. E’ un segno dei tempi? Forse, la gente si è stancata di proclami, furori e promesse roboanti e chiede concretezza, scelte, ascolto dei problemi veri? Ripeto, non è possibile fare previsioni. Ma, come ha esortato più volte il presidente Napolitano, forse è più produttivo abbassare i toni, non cercare il conflitto da stadio, cercare invece proposte e soluzioni: la locomotiva tedesca si è rimessa in moto, viaggia ad un ritmo di crescita del 4,8% su base annua. Se Milano fosse laboratorio per questo ritorno alla concretezza, comunque vada, sarebbe senz’altro un bel risultato. Per tutti.

Daniele Tamburini

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