Che cosa dovrebbe assicurare lo Stato? Essenzialmente, tre cose: il diritto
al lavoro, il diritto all'istruzione, il diritto alla salute. Ora, il lavoro,
nel nostro Paese, è allo stremo. Un'emorragia continua di posti, uno stillicidio
di licenziamenti, di imprese che chiudono. Il premier insiste: ci sono segni di
ripresa, anzi la vedremo nel 2013. Speriamo e lavoriamo perché questo possa
accadere. Intanto, sarà un Natale durissimo per molti. E la scuola? Disastrata,
senza fondi, ridotta all'osso. Gli studenti e i docenti vanno in piazza, e
protestano. Nei convegni e negli incontri i politici dicono loro: siete il
futuro del Paese, contiamo su di voi. Sì, ma con quale futuro? Con quali
prospettive? Ma veniamo alla sanità, la sanità pubblica, punto molto dolente. Il
premier Monti, giorni fa, ha lanciato un allarme: “ La sostenibilità futura del
Servizio Sanitario nazionale potrebbe non essere garantita". Ho pensato al fatto
che una delle poche certezze della nostra esistenza era il servizio sanitario
nazionale. Ho pensato alla paura ed all'incertezza di chi si ammala e dei
parenti, a cui forse dovrà aggiungersi la paura e l'incertezza sulla
possibilità' di curarsi. Però, poi, Monti ha detto di essere stato male
interpretato e che nessuno vuole privatizzare la sanità. Una marcia indietro? Un
vezzo ereditato dal suo predecessore? Il metodo del bastone e della carota? Non
è che si vuol fare come quel famoso re dell’antichità, Mitridate, che si
immunizzava dal veleno assumendone piccole dosi quotidiane? Non è che, con
questi annunci, ci vogliono assuefare al timore, all'incertezza, alla
rassegnazione? Caro premier, non si scherza col fuoco. Non si scherza con la
salute. Non si scherza con la vita.
Daniele Tamburini
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