A me piacciono i programmi di storia, mi piace molto la storia di Roma
antica. Capisco perché gli americani ci abbiano fatto così tanti film: è epica,
eroica e umana al tempo stesso. Sere fa, ho visto un programma su Giulio Cesare.
Ne parlano Plutarco e Svetonio, mica scherzi. Cesare a cui viene offerta la
corona, e lui la rifiuta, la lancia via, ma gliela ripropongono, e ancora lui la
lancia via… sembra davvero di stare in un film: intorno, i maestosi marmi di
Roma. Ma i congiurati non si fidano, sanno quanto Cesare, in realtà, ami il
potere, e affilano i pugnali. E ora, immaginiamo le nostre piazze, le nostre
strade, i nostri Comuni: non il foro di Roma. Là Cesare, qui personaggi che sono
a lui comparabili per un verso solo: la ricerca del potere. Un cesarismo de'
noantri, è quello dei nostri politici (e non solo), mi veniva da dire guardando
il programma. E non si smentiscono mai… pensiamo al caso Zamboni - inceneritore.
Si tratta, evidentemente, di una questione molto delicata: dietro c’è tanta
roba. E guardiamo l’incredibile superficialità, l’alzata di spalle con cui il
Comune ha tentato di liquidare la faccenda. Meno male che si parla di
trasparenza, di capacità di comunicazione istituzionale. Non sanno neppure
trattare i media con equanime attenzione. Certo, è palese che l'opposizione
abbia voluto convocare la commissione quel giorno lì, in maniera anche
pretestuosa, per mettere in difficoltà la maggioranza, ma, appunto,
l'opposizione fa l'opposizione. Zamboni dice che l’assessora lo ha pressato
perché non si presentasse alla suddetta commissione. Caspita, si aspettava che
lui tacesse? È davvero così ingenua? Se è arrivato a dare le dimissioni, c’è
dietro qualcosa di grave, o no? Raramente un manager presenta le proprie
dimissioni per una crisi mistica o per darsi all’ippica. Domanda sul caso
all’assessora: e questa risponde in modo arrogante. Niente di nuovo sotto il
sole, è lo spirito dei tempi, è, appunto, il cesarismo de' noantri. Un
atteggiamento che a me non piace e che non dovrebbe essere proprio di una
persona incaricata di pubblico ufficio, ma, ormai, le cose vanno così. In taluni
casi può essere che il potere dia alla testa, ne abbiamo di esempi, hai voglia
tu, e non solo nelle istituzioni. Li metti lì, sul gradino più alto, e alcuni
diventano arroganti, fanno la voce grossa, si fanno tronfi; altri diventano
improvvisamente onniscienti: so io cosa bisogna fare. Ma tutti sanno bene quando
scodinzolare, quando invece voltarsi dall'altra parte. Alcuni, poi, si
atteggiano a grandi manager, salvo combinare disastri. Però l’ingenuità no, non
è scusabile, ed è anche pericolosa. È un'ingenuità che non fa i conti con la
realtà, con i rapporti di forza, con come stanno le cose. L'assessora dovrebbe
dare le dimissioni? Per carità, non lo farà, non lo fa nessuno (però il ministro
Lupi le ha date: chapeau). Ma ci sentiamo di suggerire una cosa: signor sindaco,
se dimissioni dovessero esserci, anche solo un accenno… colga l’attimo, le
accolga subito.
Daniele Tamburini
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