Tutto secondo copione. La legge elettorale, che non è una barzelletta, ma che
stabilisce il modo con cui i cittadini possono eleggere i loro rappresentanti,
dando corpo, così, ad uno dei diritti democratici fondamentali (anche se sempre
meno cittadini se ne avvalgono…), insomma l’Italicum, adesso, appunto,è legge.
E' stato approvato in via definitiva dalla Camera con la procedura del voto di
fiducia. Ora, io non voterei neppure un capocondominio con il voto di fiducia.
Il governo pone la questione di fiducia su una legge, in quanto la qualifica
come un atto fondamentale della propria azione politica e fa dipendere dalla sua
approvazione la propria permanenza in carica. Sapete quante sono le fiducie
fatte votare dal governo Renzi? Arrivano, se si escludono le ratifiche di
trattati internazionali, al 70%. E come funziona la “fiducia”? Basta
chiacchiere, basta discussioni, dice il governo, qui si deve lavorare, qui si
produce, e allora, si voti la fiducia, altrimenti cade il governo stesso. Come
principio e come metodo, non c’è male. Non credo che venga utilizzato neppure
nelle famiglie più all’antica: ve li figurate, voi, un padre o una madre che
battono il pugno sul tavolo e dicono: “ora basta!”, e i figli tacciono ed
obbediscono, tremebondi? In Parlamento succede di continuo. E quando sarà
effettiva la riforma del Senato, i pugni da battere saranno ancora meno, con
meno fatica. Io non capisco come facciano così tanti parlamentari ad accettare
questo stato di cose: dalla carota al bastone, dai toni di imbonitore di paese
alla grinta del capo. O meglio, lo so: i capilista saranno bloccati, garantiti,
quindi, vi immaginate che appetiti si scateneranno? Tutto ruota attorno alla
figura del premier, al “sindaco d’Italia”, al capo del “partito della nazione”.
A me fa un po’ paura. Poniamo che “venga su”, come dicevano i vecchi, un tizio
con idee pericolosamente autoritarie (dice il mio lato ottimista: ma no, non
sarebbe possibile, in Italia siamo vaccinati… ma ribatte il mio lato non
ottimista: intanto, nelle liste delle regionali si stanno accettando elementi di
ogni risma…). Un premierato forte, che rischi comporterebbe? Chi farà da
arbitro, da garante, da contrappeso, visto che sparirà anche il bicameralismo?
Avremo, invece che un bipartitismo imperfetto un monopartitismo perfetto, si
chiede qualcuno? Questo percorso fa paura a molti, non solo a me, e non solo
alle opposizioni: lo abbiamo visto. In nessuna democrazia europea la
governabilità dipende dal premio di maggioranza. E poi, mi domando: strappo su
strappo, dove si intende arrivare? Chi potrà essere un sarto capace di
rammendare un tessuto così liso?
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