domenica, maggio 10, 2015

Imbonitori e sarti

Tutto secondo copione. La legge elettorale, che non è una barzelletta, ma che stabilisce il modo con cui i cittadini possono eleggere i loro rappresentanti, dando corpo, così, ad uno dei diritti democratici fondamentali (anche se sempre meno cittadini se ne avvalgono…), insomma l’Italicum, adesso, appunto,è legge. E' stato approvato in via definitiva dalla Camera con la procedura del voto di fiducia. Ora, io non voterei neppure un capocondominio con il voto di fiducia. Il governo pone la questione di fiducia su una legge, in quanto la qualifica come un atto fondamentale della propria azione politica e fa dipendere dalla sua approvazione la propria permanenza in carica. Sapete quante sono le fiducie fatte votare dal governo Renzi? Arrivano, se si escludono le ratifiche di trattati internazionali, al 70%. E come funziona la “fiducia”? Basta chiacchiere, basta discussioni, dice il governo, qui si deve lavorare, qui si produce, e allora, si voti la fiducia, altrimenti cade il governo stesso. Come principio e come metodo, non c’è male. Non credo che venga utilizzato neppure nelle famiglie più all’antica: ve li figurate, voi, un padre o una madre che battono il pugno sul tavolo e dicono: “ora basta!”, e i figli tacciono ed obbediscono, tremebondi? In Parlamento succede di continuo. E quando sarà effettiva la riforma del Senato, i pugni da battere saranno ancora meno, con meno fatica. Io non capisco come facciano così tanti parlamentari ad accettare questo stato di cose: dalla carota al bastone, dai toni di imbonitore di paese alla grinta del capo. O meglio, lo so: i capilista saranno bloccati, garantiti, quindi, vi immaginate che appetiti si scateneranno? Tutto ruota attorno alla figura del premier, al “sindaco d’Italia”, al capo del “partito della nazione”. A me fa un po’ paura. Poniamo che “venga su”, come dicevano i vecchi, un tizio con idee pericolosamente autoritarie (dice il mio lato ottimista: ma no, non sarebbe possibile, in Italia siamo vaccinati… ma ribatte il mio lato non ottimista: intanto, nelle liste delle regionali si stanno accettando elementi di ogni risma…). Un premierato forte, che rischi comporterebbe? Chi farà da arbitro, da garante, da contrappeso, visto che sparirà anche il bicameralismo? Avremo, invece che un bipartitismo imperfetto un monopartitismo perfetto, si chiede qualcuno? Questo percorso fa paura a molti, non solo a me, e non solo alle opposizioni: lo abbiamo visto. In nessuna democrazia europea la governabilità dipende dal premio di maggioranza. E poi, mi domando: strappo su strappo, dove si intende arrivare? Chi potrà essere un sarto capace di rammendare un tessuto così liso?

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