di Daniele Tamburini
Ma come si fa a non rendersi conto che molto di quel che si ascolta, di quel che viene veicolato, di quel che ci raccontano della situazione politica ed economica, è, nella migliore delle ipotesi, impreciso, e, nella peggiore, falso? Qualcuno usa e abusa della parola “teatrino”: figuriamoci. La parola ha un che di leggiadro e forse lezioso, che può disturbare, ma che malissimo si attaglia alla realtà crudele e vischiosa di oggi. Ci sono, in tutto il mondo e anche da noi, centri di potere vero, concreto, violento, che si mantengono in una sorta di cupola sovrastante, utilizzando e sfruttando le azioni e la faccia di mezze calzette, utili ad obbedire agli ordini. Poteri nascosti, che da molto, molto tempo lavorano perché nessuno più controlli chi manovra, chi tiene le fila del gioco, chi decide sulle nostre vite. Poteri burattinai, che tirano le fila di burattini ventriloqui, mentre accumulano profitti enormi. Ecco che si creano e si implementano disattenzione e disaffezione nei confronti della politica e della cosa pubblica, disonorandole con inefficienze, scandali, furti; ecco che si vota meno, abolendo livelli elettivi (le Province, poi il Senato, poi chissà); ecco che si disincentiva il voto, con il combinato disposto di questi due aspetti; ecco che si produce una “nuova”, ma in realtà antichissima ansia accentratrice. Le banche che falliscono hanno dietro, spesso, nomi eccellenti e una costante, perpetua contiguità con il potere. Dall’oggi al domani, da una situazione in cui si diceva, il giorno prima, che “la barca va”, parte la speculazione in borsa, i titoli crollano, lo spread – bestia nera, incubo per tanti mesi, poi improvvisamente ammansito – si impenna. Perché? Cosa cambia, nel frattempo, nelleconcrete e materiali condizioni di vita di tutti noi? Niente. Chi stava male, sta male egualmente; chi sta così e così, peggiora. Chi ha strapotere e straricchezze, li aumenta. Ma chi ci crede ancora? Expo parte gravata di sospetti, e adesso Sala è il miglior manager sulla piazza, dovrà essere l’uomo giusto per la città giusta, una nuova Milano da bere. L’informazione mainstreaming, giuliva, va dove soffia il vento: basta una polemica sul festival di Sanremo e non si parla già più di Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano massacrato in Egitto. Avete letto cosa gli hanno fatto? Un misto di via Tasso e dello stadio di Santiago. Ma loro hanno tanti, tanti affari con al-Sisi, e allora... non disturbiamo chi manovra, chi nasconde, chi mente. Mentre sto scrivendo ha iniziato anche a piovere, Governo ladro.
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