sabato, novembre 04, 2017

BUONA O CATTIVA NOTIZIA?


Questa la notizia: il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il decreto legislativo che riforma la disciplina delle intercettazioni. Il testo dovrà passare all'esame delle commissioni Giustizia per i pareri e poi tornare in Consiglio. Il governo si è detto assai soddisfatto di questa scelta: il ministro Orlando ha dichiarato che 'sarà eliminato tutto ciò che non è penalmente rilevante“. Tutto bene, quindi? Fossimo in un Paese normale, assolutamente sì. E’ certamente accaduto che siano state divulgate intercettazioni che poco avevano a che fare con i reati o i presunti reati che si andava perseguendo. È vero che la tutela della privacy è una componente fondamentale di una democrazia: l'occhio del Grande Fratello è proprio di regimi autoritari. Ma, c’è un ma. E consiste nella storia politica e giudiziaria del Belpaese. Come verrà interpretata la norma? Dov’è l'essenzialità? Dove, la indispensabilità? Perché non dobbiamo dimenticare che, ahimè, dobbiamo proprio alle intercettazioni se sono stati scoperti molti crimini, frodi, atti corruttivi. Dico “ahimè” perché non sono un giustizialista, e vedrei molto bene l'autorità di polizia e la magistratura che fossero in grado di svolgere indagini senza usare questi metodi. Ma la stessa classe politica che grida allo scandalo rispetto al crescere esponenziale delle intercettazioni è quella che ha ridotto in pezzi i mezzi delle forze di polizia e l'operatività dei tribunali. E allora? Faccio anche un'altra considerazione. Molto spesso, dalle intercettazioni è uscito un quadro dell'Italia che non avremmo forse conosciuto in tutta la sua pesantezza. Che dire? Che, purtroppo, le intercettazioni forse ce le meritiamo?

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