sabato, novembre 25, 2017

DISINCANTO E RASSEGNAZIONE

Ma chi farà da rottamatore dei rottamatori? E chi stabilirà il valore della rottamazione? E chi si renderà disponi- bile alla re-immatricolazione, se del caso? E chi si assumerà l’onere di fungere da officina di riparazione? Mi direte che c’è poco da ridere. E’ vero. Se si pensa che un personaggio politico come Matteo Renzi aveva suscitato un mare di consensi e aspettative, un mare pari al 40%, per avere promesso - allora si disse - lo svecchiamento, la novità, la freschezza, un passo nuovo, volti nuovi... e se si pensa che ora, da segretario del Pd, dopo avere perso una serie di consultazioni, pare padrino della ricomparsa sulla scena di Silvio Berlusconi, che proprio volto nuovo non mi pare, ma tant'è. Sono sempre meno le persone che si recano a votare: chissà come mai? Del resto, sono oltre vent'anni che qualcuno sale alla ribalta con seducenti promesse di rinascita economica, di milioni di posti di lavoro, di riduzione delle tasse, salvo che, alla fine, le promesse sono tutte disattese e non si fa altro che chiedere sacrifici ai soliti, già bastonati. Sarà così anche alla prossima tornata elettorale? Speriamo di no, ma intanto vincono il disincanto e la conseguente astensione, una disperata rassegnazione, co- me la definisce Ernesto Galli della Loggia, di fronte al vuoto politico. Fino a qualche anno fa, l’Italia era ai primi posti per affluenza elettorale, per impegno politico e partecipazione; oggi sempre meno persone si recano alle urne. Ma forse è ciò che "chi sta al timone" vuole.

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