venerdì, febbraio 08, 2008

Sto diventando vecchio?

Mi sono reso conto che sto diventando vecchio. Venerdì scorso stavo passeggiando in Piazza Roma, incontro una giovane signora che mi saluta con un sorriso bello e luminoso.Rispondo «Buonasera, buonasera». Porca miseria, è una settimana che cerco di ricordare chi è, dove l’ho conosciuta, perché mi saluta. Niente, il vuoto, e non è la prima volta. Chi ha superato i 50, si accorge che non è più come prima. C’è poco da fare. Per i Latini la vecchiaia iniziava a 60 anni “atra senectus - oscura vecchiaia”. Meglio non indagare sul perché “oscura”. Nel «De senectute », Catone, a una domanda di Lelio che gli chiede come mai abbia accettato serenamente la propria vecchiaia, a differenza di tanti altri, risponde: “E’ una conseguenza della giovinezza e rifiutarla è come combattere contro gli dei e nessuna consolazione potrà lenire una così stolta vecchiaia». Ancora nella società agricola il vecchio era un saggio. Oggi in quella industriale è un rudere. A meno che non sia un politico. I politici non invecchiano mai. Sempre verdi. Parlano solo di futuro. Per forza. Un politico che ammette d’esser vecchio rischia di perdere il potere. Dicono che i giovani non rispettano i vecchi. E’ vero più il contrario. La nostra è una società dominata dai vecchi, che non rispettano i giovani. Mi viene in mente Lamberto Dini da Firenze, tra un mese 77 anni. Ha fondato un partito, i Liberaldemocratici, LD: la sigla del suo nome. Un partito forte, di massa, ma soprattutto coeso intorno a valori che si ispirano al rinnovamento (rinnovamento di ché?). Tre senatori. Alla votazione sulla fiducia uno ha votato contro, uno a favore, uno si è astenuto. Da non credere. Vecchie ciabatte che impediscono il futuro dei giovani, occupando tutto l’occupabile.
Quando sei vecchio, il potere è una delle poche cose che ti resta. Ci resti avvinghiato. Per niente al mondo ci si rinuncia. E’ anche per questo che non vogliono cambiare la legge elettorale. Con questa legge, i candidati non sono scelti dagli elettori, ma dai partiti. Ne consegue che coloro che saranno eletti risponderanno non tanto agli elettori, ma a chi li ha candidati, ossia ai partiti e alla nomenclatura. Così l’attuale sistema si autoalimenta e si garantisce la continuità. Dalle nostre parti i politici non sono vecchi. Magari qualcuno è stanco e un po’ logoro. Dopo vent’anni di politica, si può essere vecchi anche a 50 anni. Dicono che per uscire dall’attuale situazione e per risolvere i problemi, una strada è quella delle grandi intese, magari delle grandi coalizioni. Un’altra, dico io, potrebbe essere quella di iniziare a ringiovanire la classe politica. Andremo a votare per il Parlamento. Tanta gente è stanca, delusa, nauseata. Questa volta per sedurci dovranno impegnarsi di più. Vedrete che torneranno a prometterci la felicità in 10 punti. Scommettiamo? Ricomincia il teatrino. Vespa, Floris, Mentana. Una volta mi appassionavo, oggi non più. Sarà perché davvero sto diventando vecchio?

VENERDI’ 8 FEBBRAIO 2008

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