lunedì, luglio 14, 2008

Lodo Alfano? Ci sono cose più urgenti

Che la legge non fosse uguale per tutti l’ho sempre sospettato, i miei vecchi dicevano: “Chi ha più santi va in Paradiso”. Mai avrei immaginato, però, che la disparità tra i potenti e i comuni mortali fosse sancita per legge. Ma così è. Io non mi scandalizzo, la storia dell’umanità è disseminata di disparità, di disuguaglianza, di vincitori e vinti, di Principi e di servi della gleba. Un signore con il quale da ragazzo giocavo a tresette, un saggio livornese di quattro generazioni, era uso dire: «Se hai, hai. Se non hai…Ohi». In quella coniugazione del verbo avere era inteso: il denaro, il potere, il prestigio, le conoscenze... e anche le carte giuste. Tradotto dal Marchese del Grillo suona così: «Io sono io, e voi non siete un .....». Il cosiddetto “lodo Alfano” è stato approvato dalla Camera in un batter d’occhio. Così ha voluto il Premier, anteponendolo a tutto il resto, e così è stato. Le maggiori cariche dello Stato: Presidente della Repubblica, della Camera, del Senato e del Consiglio godranno dell’impunità per tutta la durata della legislatura. Anche questo non mi sconvolge, anzi non me ne frega proprio niente. Ora l’emendamento blocca processi è superfluo, anche se, credete a me, la cosiddetta legge salva Premier, che avrebbe bloccato centinaia di processi, così come formulata inizialmente, è stata solo un’astuta minaccia.
Mai Berlusconi avrebbe rischiato di farsi carico dell’indubbia impopolarità che avrebbe accompagnato la promulgazione di una norma boomerang, così come avvenne per l’indulto del governo Prodi. Berlusconi è salvo da tutti i guai passati, presenti e futuri, da qui alla fine del mandato, buon per lui. E’ il suo imperare, forte del consenso avuto dalle elezioni, «questo hanno deciso gli italiani con il loro voto» dice lui. E’ bene, però, rimarcare che in una vera democrazia la maggioranza scaturita dalle votazioni non ha sempre ragione, ha solo il diritto a governare. Finora abbiamo avuto un parlamento bloccato sulle questioni di cui sopra, adesso basta! Maiora premunt! Ci sono cose più importanti da fare. Nella testa della gente le priorità restano le tematiche economiche, non le intercettazioni, i lodi, le norme blocca processi e, nemmeno tanto, le leggi sull’immigrazione. Piuttosto il miglioramento delle condizioni di vita, la spesa quotidiana, il potere di acquisto, l’affitto o la rata del mutuo da pagare, questi sono gli affannosi pensieri del 70% degli italiani, inquietudini aggravate da una situazione lavorativa che non lascia tranquilli. Forza! Ci sono cose più importanti da fare. L’Italia non ha più tempo e chi non ha tempo non aspetti tempo.

Aldemario Bentini
venerdì 11 luglio 2008

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