venerdì, marzo 11, 2011

150°: la Patria, l’educazione, la libertà

" Senza educazione voi non potete scegliere giustamente fra il bene e il male; non potete acquistare coscienza dei vostri diritti, non potete ottenere quella partecipazione nella vita politica senza della quale non riuscirete ad emanciparvi: non potete definire a voi stessi la vostra missione. L’Educazione è il pane delle anime vostre”. Lo scrisse Giuseppe Mazzini. Un ragionamento in controtendenza con quello che sta avvenendo oggi? Lo temiamo. I giovani italiani sembra che non credano più all’università pubblica. Secondo i dati del Consiglio universitario nazionale, il numero degli immatricolati è sceso del 5%. Una tendenza pericolosa, che rischia di generare una massa di giovani non in grado di competere con i ragazzi degli altri Paesi europei. E, in tempi di globalizzazione, questo è molto grave. Non bisognerebbe mai dimenticare l’importanza primaria che la Repubblica italiana e le sue istituzioni attribuiscono alla cultura e alla ricerca scientifica. Entrambe, infatti, sono valori collettivi che la nostra Costituzione repubblicana riconosce, impegnandosi a promuoverne lo sviluppo e ad assicurarne la tutela. Altri dati di Alma-Laurea dicono che l’università è sempre un buon investimento: rispetto a chi è diplomato, il tasso di occupazione sale dal 66 al 77%, mentre lo stipendio aumenta del 55%. Quindi, si tratta di una crisi di sfiducia. Bisogna intervenire su questo piano, inoculando nella percezione pubblica robuste dosi di fiducia. Come quella che si ricava dalle parole del presidente Napolitano: la ricerca scientifica è una priorità, sulla quale le istituzioni devono investire con coraggio. Come quella che esprime il presidente emerito Ciampi: “Sono stato molte ore sui libri […] Ma ne è valsa la pena. Lo rifarei. Rifarei tutto. Credo molto nello studio e nella possibilità che lo studio dà a ognuno di seguire una sua strada, di emanciparsi. L’idea di Patria passa anche da qui, dall’identità delle culture che, per essere conosciute, vanno studiate. Lo studio è impegno serio, ma anche esercizio di libertà, conquista, perché allarga le nostre conoscenze e consente di affermare la nostra persona”.
Viva l’Italia. Compie gli anni, si merita gli auguri.

Daniele Tamburini

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