Scrivere è comunicare, o almeno dovrebbe. Fa sempre piacere scrivere e trovare rispondenze e risonanze in altre persone. «Sa, ho letto il suo fondo, mi ha fatto pensare... ». È accaduto anche in questi giorni con alcuni ragazzi dell’ITIS “Torriani”, ne siamo molto felici. Certo che, un conto è cercare di analizzare e coinvolgere nelle proprie modeste riflessioni, magari cercando sempre di dare spunti di ottimismo; un altro sarebbe poter disegnare uno scenario credibile per il futuro, una prospettiva, un orizzonte. Il paradosso è proprio questo: tutti – operatori economici, forze datoriali, organizzazioni sindacali – chiedono a gran voce sinergia e cooperazione per disegnare, appunto, un orizzonte e una prospettiva. Che poi il cammino per giungerci sia lungo e difficile, è un dato, ma camminare avendo dinanzi a sé una meta è molto, molto importante. Che accade, invece? Giungono segnali ed indirizzi contrastanti, per dire, dal ministro dell’economia e dal governatore della Banca d’Italia. Oggi la società nel suo complesso è caratterizzata da un grande sentimento di incertezza, e l’incertezza provoca paura. La mancanza di prospettive future amplifica quella paura che tutto condiziona e che porta a guardare soltanto il momento contingente. Un grande paese come il nostro dovrebbe essere guidato facendo scelte che contemplano il futuro. L’impressione che si ha, invece, è quella di decisioni prese per conservare e non per programmare e crescere. E’ di questi giorni la notizia che un ministro attacca un altro ministro, cercando sì di entrare nel merito, ma la sostanza è: “Così ci fa perdere le elezioni”. A volte il disorientamento è grande. Ma non dobbiamo mollare.
Buona PasquaDaniele Tamburini
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