giovedì, luglio 14, 2011

La guerra di Segrate

La cosiddetta “guerra di Segrate”, lo scontro tra l’Ingegnere e il Cavaliere, tra Carlo De Benedetti e Silvio Berlusconi per il controllo della Mondadori, sembrerebbe giunta, dopo 23 anni, ad una conclusione. Ammonta a ben 560 milioni di euro la somma che la sentenza di secondo grado definisce come congruo risarcimento dovuto dalla Fininvest alla Cir di De Benedetti. Somma che molto probabilmente, salvo clamorosi accadimenti, la Cassazione confermerà. Alcune persone bene informate sostengono che, con questi soldi, l’Ingegnere intende comprare La7, la televisione che il telegiornale di Chicco Mentana sta contribuendo a far crescere velocemente in qualità e numeri. La mia memoria torna a quegli anni. Io c’ero, infatti, e ricordo gli uomini, le facce, i discorsi, le animosità, le sensazioni, le emozioni. Nel 1988 ero alla pubblicità del quotidiano La Nuova Sardegna (socio di maggioranza il Gruppo Editoriale Espresso). Era il mio primo incarico di una certa importanza, dopo una breve ma straordinaria esperienza a Pavia. Fu un periodo intenso, complicato, travagliato; mi ritrovai nel bel mezzo di una lotta intestina tra chi non voleva assolutamente perdere poteri e privilegi e chi intendeva dare vita ad un nuovo corso, cercando di fare piazza pulita del “vecchio”. Accade spesso. L’inizio fu veramente difficile. Alfonso Puviani, il mio capo di allora, resosi conto della situazione mi disse: “Sai che ti dico? Adesso sono cavoli tuoi”. E se ne tornò a Milano. Tutto sommato,queste sue parole, furono per me di grande stimolo. Nel frattempo scoppia la guerra di Segrate: nel 1989 dipendo da Berlusconi, poi sono di nuovo con De Benedetti, fino al 1991, quando l’attuale premier divenne presidente della Mondadori. Lo ricordo bene: già allora, alcuni sostenevano che, al processo per dirimere il lodo tra i due contendenti, la sentenza fosse stata comprata (si parlava di dieci miliardi di lire). Cominciò la ribellione di giornalisti e maestranze. Intervenne Giulio Andreotti che, preoccupato dello strapotere mediatico (tv e giornali) tutto a favore di Bettino Craxi, riuscì ad imporre una mediazione, che di fatto era una spartizione: a Berlusconi libri e periodici, al gruppo Espresso “Repubblica” e i quotidiani locali. Fortuna volle che, in quel periodo burrascoso, ebbi modo di conoscere persone straordinarie per carisma e per capacità. Il principe Caracciolo, gran classe, del quale si diceva camminasse sospeso venti centimetri dal suolo. Lio Rubini, Mario Lenzi, Marco Benedetto, Carlo Cravero, Lorenzo Pellicioli. E poi Corrado Passera, Sergio Carlesi, Odoardo Rizzotti, Valter Santangelo. Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa, gliene sono grato.
A Sassari ho ancora molti amici, vorrà dire qualcosa?

Daniele Tamburini
daniele.tamburini@fastpiu.it

Nessun commento:

Posta un commento