Da tempo non assistevamo ad un agosto così pesante, con la politica, l’economia, la finanza protagoniste e la gente a vivere con grande preoccupazione fenomeni poco comprensibili e, però, direttamente in rapporto con le tasche ed il futuro di ognuno. Ma riassumiamo brevemente i fatti: le agenzie di rating tolgono l’indice massimo di affidabilità agli USA, con conseguente crisi di fiducia a livello mondiale e il terremoto dei mercati. L’Italia, più di altri, paga la sfiducia nei propri confronti, sicuramente accompagnata da manovre speculative rispetto alle quali nessuno sembra capace di opporsi: cresce la forbice con i Bond tedeschi, l'Europa compra i nostri titoli di Stato, ma, con una lettera assai fantomatica (tutti giurano che c’è, ma nessuno ne mostra il contenuto), la Banca centrale europea intima al governo italiano di accelerare con fermezza la riduzione del debito pubblico. Viene così partorito “il decreto d’agosto”, tra polemiche infinite, strattoni da tutte le parti, smentite e contro smentite, una crisi nei rapporti politici all’interno del Governo, già assai labili, una grande confusione e la certezza che, quando si arriverà al voto in aula, il decreto non sarà più quello, e nessuno, al momento, pare sapere che cosa sarà. Ma se il cittadino passa dalla farmacia, intanto vede che qualcosa è già cambiato, sicuramente per lui. La maggior parte dei commentatori appunta qui le critiche alla manovra: tagli, e niente sviluppo. Tagli, e niente investimenti. Tagli e tagli ma non agli sprechi, ma non ai privilegi delle caste. Einstein diceva che non si possono risolvere i problemi con la stessa mentalità di chi li ha generati.
Daniele Tamburini
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