Gli italiani hanno paura della crisi economica. E’ un sentimento diffuso e palpabile. Lo conferma il sondaggio di Ipsos-Sole 24 Ore: il 78% degli italiani ha paura della crisi e il 54% considera inadeguato il governo a farvi fronte. A temere di più oggi sono le classi medie, con la certezza che il peggio debba ancora venire. E lo scenario della Spagna e della Grecia non sembra più così lontano. Anche perché se addirittura negli Stati Uniti si è rischiato il default, nessun Paese può sentirsi al riparo della bufera. E non certo l’Italia, da tempo annoverata tra i Paesi a maggior rischio, detti spregiativamente Pigs. Il crollo delle Borse, anche se in parte legato ad attacchi speculativi, alimenta un effetto di panico che porta molti a vendere per il timore che il denaro finisca per essere travolto dal ciclone finanziario. Il panico per il default Italia è alimentato anche dalla percezione di una classe politica inerme di fronte alla bufera e per di più lontana e distante, arroccata nei Palazzi. La notizia della chiusura per ferie della Camera per 40 giorni, pur con tardiva parziale retromarcia, è la prova provata dell’incapacità della classe politica di cogliere l’attuale «umore della piazza». L’interventodel presidente del Consiglio non è stato all’altezza del momento, limitato a generiche rassicurazioni che nonhanno rassicurato nessuno, a partire da piazza Affari che è scesa ancora in picchiata. Trovarsi, come ha detto Tremonti, sul Titanic che affonda, può scatenare reazioni anche forti di contestazione alla classe politica, considerata responsabile e per di più gravata da forti sospetti di diffusa corruzione che ci ricordano l’era Tangentopoli. L’indignazione ora veleggia online, ma il passo alla Piazza può essere breve. E’ successo in Grecia, è successo in Spagna dove Zapatero ha dovuto dimettersi. E’ giunto il momento degli indignati italiani?
di Roberto Poli
erre.poli@yahoo.it
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