Adesso siamo al tecnico dei tecnici. Non è una battuta: il governo Monti ha
affidato a Enrico Bondi, già commissario della Parmalat, il lavoro di revisione
della spesa pubblica nel suo complesso, per eliminare gli sprechi. Uno bravo,
non c'è che dire: ha risollevato l’azienda alimentare dopo il crack, senza
licenziare un solo operaio. La promessa è di presentare una proposta già tra
quindici giorni. Si parla, quindi, di ulteriori tagli alla spesa pubblica. Si
parla di Regioni, Province, Comuni: ma c’è ancora da tagliare? E siamo sicuri
che si debba tagliare proprio qui? Intanto, il Parlamento è escluso. Complice
una classe politica che è incapace di riformare e di riformarsi, siamo arrivati
al punto, o, almeno, a uno dei punti. Non nasce dal nulla la crisi, che continua
a colpire durissimo, ma neppure lo stato così dissestato delle nostre finanze.
Monti ha indicato esplicitamente due aspetti della colpevole miopia governativa
del passato: l'abolizione dell'ICI sulla prima casa (noi lo scrivemmo subito che
sarebbe stato un errore) e una insufficiente attenzione (per usare un eufemismo)
al rigore fiscale. E' forse la prima volta che il premier parla esplicitamente
di responsabilità passate, con tanto di nome e cognome. Cosa è cambiato?
Ragioniamo: il premier viene accusato di avere acuito talmente la pressione
fiscale complessiva da deprimere ogni possibilità di ripresa. Impoverimento
oggettivo e mancanza di lavoro: un mix micidiale. Si dice: recupera le risorse
nelle tasche dei soliti. Fa pagare l'IMU a chi possiede una casa acquistata con
sacrifici, su cui magari paga il mutuo, e magari ha perso il lavoro o è in cassa
integrazione. Invece di creare lavoro, studia misure per licenziare di più. Non
è forse per caso che si è scatenata, sui giornali vicini a Berlusconi, una
campagna di quotidiana demolizione: titoloni di prima pagina contro il governo
Monti. Però, ricordiamoci una cosa: Monti aveva parlato, all'inizio, di
patrimoniale. Fu stoppato immediatamente. Parlò di eliminare alcuni privilegi di
alcune categorie professionali: i partiti, i gruppi di interesse, anche qui
stoppato: le varie lobbies hanno limato, tolto, annacquato. Azzardo un’ipotesi
di Monti-pensiero? Bene, dirà: il catalogo è questo. Mi avete condizionato, e
anche minacciato . Devo recuperare risorse, questo è certo. Lo faccio fare da un
esterno. Se voi partiti non siete capaci di accettare una riforma seria e
seriamente complessiva, continuerò a cercarle presso chi non si può nascondere.
Intanto, però, gli chiedo anche di segnalare gli sprechi che vede compiere: un
segnale? Di certo, cresceranno lo smarrimento, l’impotenza, la depressione,
l’impoverimento, ma anche la rabbia e l’indignazione. Avete visto i sondaggi,
cari partiti? L’indignazione vi sommergerà. E non sarà un bel giorno,
probabilmente, per nessuno. E se, davvero, stesse ragionando così?
Daniele
Tamburini
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