Qualcuno si ricorda di Sigonella? Un aereo atterrato con a bordo alcuni
rappresentanti dell’Olp e i dirottatori della “Achille Lauro”, gli americani
che, armi in pugno, ne pretendevano la consegna, l’Italia, presidente del
consiglio Bettino Craxi, che a sua volta metteva sotto assedio i militari
americani, sulla base delle leggi riguardanti le competenze territoriali e un
semplice principio: non potete fare i gradassi a casa nostra. E non vuol essere,
il mio, un peana a Craxi, inventore e autore di molti dei meccanismi perversi
che hanno reso il nostro Paese quel che è. Però è indubbio che l’Italia ha
avuto, per molti anni, un forte ruolo internazionale, di cui oggi non è rimasta
traccia. Vogliamo parlare di Andreotti? Per decenni, quantomeno nello scacchiere
mediterraneo, non si è mossa foglia che il divo Giulio non conoscesse e a cui
non consentisse. Un patrimonio disperso, quello della grande scuola diplomatica
italiana? Una perdita di incisività, di credibilità? Pare proprio di sì. Renzi
ha piazzato Federica Mogherini, con grande fanfara, come Alto rappresentante
dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ma poi?
Nella crisi greca abbiamo avuto un ruolo simile a quello del Botswana e
dell’Ecuador. Ma loro non c’entrano, direte. Appunto. Renzi diventò presidente
del consiglio con grandi proclami sulla necessità di correggere l’austerità
della troika. Come è noto, non ha avuto un grande ascolto. I media mainstreaming
danno risalto a quando lui si reca alle riunioni europee, ma non hanno niente da
narrare, oltre che il viaggio. Però è stato bravo a fare battute anche su
Tsipras: “non faccia il furbo”. Da un capo di governo ad un altro capo di
governo (eletto): roba da allibire. Ma è cominciata con Berlusconi: le corna,
l’abbronzatura di mister Obama, la caciara al cospetto di Elisabetta II, la
Merkel, come dire con una perifrasi, non meritevole di attenzione sessuale, e
via così, tra nani e ballerine. Le parentesi Monti e Letta,senz’altro credibili,
da questo punto di vista, sono state troppo brevi (per fortuna). Certo, conta
anche il potere reale di un Paese, la sua solidità politica, la sua capacità
economica e la sua coesione sociale. Ma la serietà è fondamentale. E noi
assistiamo sconsolati a rapporti binari, Merkel-Hollande, Obama- Merkel, come
prima Merkel-Sarkosy, e l’unico italiano che sembra ascoltato è un banchiere,
Mario Draghi. Meditiamo.
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