Sarò
molto debitore, in queste righe, di un bellissimo articolo scritto pochi giorni
fa da Massimo Cacciari. Devo dire, intanto, che non sopporto i giuochi
linguistici sciocchi, i calembour come il termine “Grexit”: signori, siamo
seri, mi viene da dire. E mi interessa,
certo, essendo cittadino europeo, ciò che accadrebbe all’Europa nel caso in cui
la Grecia venisse abbandonata a se stessa, fuori dalla UE e dall’area euro; ma
mi interessa, ora e principalmente, cosa accadrebbe ALLA GRECIA. Al di là di una
valutazione puramente umana, debitrice di quel senso di umanità che il nostro
beneamato Occidente ha costruito nel corso di millenni di storia e che ora
naufraga in continuazione nelle profondità del mare Mediterraneo, sulle
frontiere spagnole, sugli scogli di Ventimiglia, che cosa è la Grecia, per noi
europei? Moltissimo. Riassumo cosa scrive Cacciari, nell’articolo che ho
citato: per la cultura europea, la memoria della nostra comune nascita in
Grecia è tutta attiva e immaginativa: non si dà formazione, non può essere
pensata una costruzione-e una educazione della persona umana nella integrità e
nella complessità delle sue dimensioni senza questa “figliolanza”. La Grecia
fuori dall’Europa sarebbe una ferita immedicabile. Si può dire che queste siano romanticherie?
Non è così. Scrive ancora Cacciari: “L’Europa può ora pensare di dimenticare la
Grecia, perché rinuncia a svolgere una grande politica, la quale può fondarsi
soltanto sulla coscienza di costituire un’unità di distinti, aventi comune
provenienza e comune destino. Se questa coscienza vi fosse stata, avremmo avuto
una politica mediterranea, piani strategici di sostegno economico per i Paesi
dell’altra sponda, un ruolo attivo in tutte le crisi mediorientali”. E, per
favore, non diciamo cose come “hanno vissuto al di sopra delle loro
possibilità”: ma chi lo ha fatto? I potentati politici ed economici. Non certo
la gente comune, che viene bastonata, come dappertutto. Il debito greco è
certamente insostenibile: ma, se l’Europa vorrà continuare ad essere degna del
suo nome, dovrà aiutare la Grecia a venirne
fuori, non a gettarla in una tomba. Sarebbe la tomba di tutti noi. Anche
della ricca Germania. Forza Grecia.
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