Non dirò dove, non dirò di quale sindaco si tratti, ma ha avuto risonanza
nazionale un episodio. Un (semplice) cittadino chiede al (primo) cittadino:
perché non annaffiate i giardini? E il (primo) cittadino: perché non li annaffia
lei. Una “bella” risposta: c'è di cui riflettere. Un tentativo di convolgere i
cittadini per il rispetto e la salvaguardia del bene pubblico? Una
partecipazione attiva della popolazione all'interesse comune? Oppure una
dichiarazione di impotenza dell'ente pubblico? Allora, irresistibilmente, ho
pensato all'inceneritore di Cremona. Direte voi: ma è matto? Il caldo gli ha
dato alla testa? No. Seguite il mio ragionamento. Quel primo cittadino ha,
semplicemente e tragicamente, secondo me, abdicato (forse in modo inconsapevole)
al suo dovere. C'è una precisa responsabilità politica e amministrativa, che non
si può esercitare solo quando le cose vanno a gonfie vele: per cui, ad esempio,
se in campagna elettorale si promette che, tanto per dire, si dismetterà
l'inceneritore a Cremona, l'inceneritore va dismesso. Se poi ci si avveda (e
dico se) che quella promessa forse era un po' avventata, e che chiuderlo
significhere un grosso sacrificio per le casse della comunità, che cosa resta da
fare? Una prima domanda, intanto,è: quanto vale la salute dei cittadini? Seconda
domanda: se la salute in giuoco è dei cittadini, perchè non far decidere a loro?
E qui faccio mia la proposta di Danilo Toninelli, deputato del Movimento Cinque
Stelle, il quale invita il Sindaco a indire un referendum popolare consultivo
sulla questione inceneritore. Facciamo decidere alla gente. Tornare, ogni tanto,
a quelle pratiche, oramai desuete, di vera democrazia a me non dispiace. A voi?
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