Il Natale, per chi è credente, segna il
momento in cui Gesù Cristo, fattosi uomo,
porta la salvezza della fede al genere
umano e annuncia la buona novella.
E’ il momento in cui si celebrano la nascita
e l’amore materno; è un’occasione di
riconciliazione. La nascita del bambino viene
salutata da un gloria a Dio nell’alto dei
cieli e un augurio che ciascuna donna e ciascun
uomo, al di là della fede, può fare proprio:
“pace in terra agli uomini di buona
volontà”. Questo è il grande messaggio del
Natale. Riflettere su questo semplice, bellissimo
messaggio ci porterebbe a sentirci
“meno in guerra” con gli altri, a riscoprire i
valori fondativi della vita: l’amore, la famiglia,
il senso di comunità, il rifiuto della violenza.
La guerra e la violenza
non sono inevitabili, anche se ci
toccano ormai da vicino. E allora,
iniziamo dal non fare uso
spropositato ed eccessivo di
parole di guerra. Non sentiamoci
sempre “in trincea”, pronti ad una “battaglia”,
certi della “sconfitta” altrui e della
“vittoria” propria. La vita non è guerra continua:
l’altro – che può essere chiunque si
trovi sulla nostra strada - non va comunque
“combattuto” o “guardato con sospetto”.
Dal giorno di Natale, vicino al solstizio di
inverno, nasce una nuova luce: cerchiamo
di essere pronti a coglierla, per una volta
disarmati, accoglienti, attenti. Buon Natale
a tutte e a tutti.
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