Abbiamo parlato molte volte, su queste pagine, del tesoro d’Italia, del nostro vero petrolio: il paesaggio,
i luoghi d’arte, la cultura declinata non solo come letteratura, poesia, architettura, musica, ma anche riguardo ai cibi tipici, alle particolarità gastronomiche, ai cultivar particolari. E, altrettante volte, ci siamo – a giusta ragione – lamentati: per l’incuria, per il degrado, per l’indifferenza con cui vengono trattati, molto, troppo spesso, questi nostri tesori. La nostra storia, le bellezze naturali, la buona cucina: come valorizzarli?
Ebbene, qualcuno ci sta provando, attraverso la formazione delle giovani generazioni, che possano anche trovare, in questo ambito, possibilità di occupazione. E così, alcune Università hanno attivato corsi di laurea sull’enogastronomia e, in generale, sulle scienze collegate alla gastronomia e alla ristorazione: ve ne sono a Roma, a Padova, a Bari, a Parma, a Torino. Ma ora, c’è di più: a Termoli, l’università del Molise ha creato un corso di laurea in enogastronomia e turismo. Un ciclo di studi, in comunicazione con le aziende del territorio e le associazioni di categoria, che tiene insieme arte e gastronomia, storia e cibo, turismo e scoperta delle particolarità dei territori. Sono presenti anche insegnamenti collegati al marketing, alla comunicazione, a materie economiche e socio-umanistiche. Mi pare una bellissima idea, anche perché è nata nel Sud, una realtà che troppo spesso passa per essere spenta ed arretrata... Mi pare che sia questo, ciò che necessita al nostro Paese. E, a proposito: la Lombardia non è seconda a nessuno, quanto a paesaggio, arte, gastronomia e vini. Che dite, potrebbe essere un’idea per Cremona?
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