venerdì, ottobre 28, 2011

Efficientamento?


Promozione e valorizzazione del capitale umano; efficientamento del mercato del lavoro; apertura dei mercati in chiave concorrenziale; sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione; semplificazione normativa e amministrativa; modernizzazione della pubblica amministrazione; efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia; accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia; riforma dell’architettura costituzionale dello Stato. Sono punti specifici della lettera del governo alla Unione europea, il documento che sembra aver dato un po’ di respiro al pressing congiunto dell’Europa e delle borse. Gli obiettivi sopra richiamati stanno nella parte intitolata “Creare condizioni strutturali favorevoli alla crescita”. Su questi non potrebbe esserci che largo consenso. E bisogna dire che l’italiano è una gran lingua, capace di funambolismi degni di un prestigiatore: pensiamo a quell’efficientamento. Adesso, però, dobbiamo cercare di capire cosa c’è di concreto: e qui, le cose si fanno un po’ meno chiare. Tanto è vero che il ministro Tremonti forse l’ha firmata, ma forse no: il funambolismo ora riguarda l’aver preso la penna in mano o meno. Intanto, il presidente della commissione europea Josè Manuel Barroso avverte: "E' imperativo che l'Italia concretizzi gli impegni e lo faccia con un calendario chiaro". A ben vedere, c’è qualcosa di concreto: l’innalzamento dell’età pensionabile, un’altra stretta sui dipendenti pubblici ( mobilità obbligata, esuberi, cassa integrazione e licenziamento) e privati, e qui si arriva ad un punto che non abbiamo molto capito: “una riforma della legislazione del lavoro funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell’impresa, anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato”. Ecco che si individua come mezzo per favorire la propensione ad assumere la possibilità di licenziare per motivi economici. Davvero non capisco. È questo lo sviluppo? Il presidente Napolitano ha parlato del coraggio di assumere decisioni impopolari, e va bene, ma quanto ancora si potrà insistere a torchiare la gente che lavora, con l’ulteriore effetto di deprimere sempre più i consumi? Ma non basta: non mi sembra di individuare niente che riguardi la lotta agli sprechi, ai costi della politica, all’elusione e alla corruzione. Si vede che questo non è efficientamento.

Daniele Tamburini

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