venerdì, febbraio 10, 2012

Servono persone adeguate, o meglio, capaci

Presi – giustamente - dall’emergenza Paese e dalle misure economiche di contenimento e di risanamento, abbiamo forse prestato poca attenzione alla sostanza del cambiamento profondamente politico in atto, che seppure con tante contraddizioni, sembra produrre risultati. Un governo tecnico, però, non è eletto dai cittadini: inutile girare intorno al problema. Significa che il voto non aveva saputo esprimere forze, alleanze, coalizioni capaci di tirarci fuori da una situazione pericolosissima e tutt’altro che risolta. Significa che l’offerta politica presente al momento del voto non era complessivamente all’altezza della domanda del Paese (siamo molto generosi oggi). E che il problema, il rovello, il disagio sia perfettamente bipartisan lo dimostrano, venendo alle cose di casa nostra, le interviste che pubblichiamo in questo numero, di due esponenti di punta dei rispettivi schieramenti politici: Titta Magnoli, Pd, e Ugo Carminati, Pdl. Colpiscono molto, nelle evidenti e ovvie differenze di opinioni, alcune analisi di fondo. Soprattutto, si stigmatizza l’autoreferenzialità della classe politica del nostro territorio. Non solo politica, dice Magnoli, allargando il tiro. Insomma, la politica – e le amministrazioni - non fanno che guardare il proprio ombelico, mentre il mondo corre a rotta di collo. “Un eccesso di tranquillità e di autocompiacimento”, sostiene Magnoli. Le idee messe in secondo piano, rispetto a schieramenti, carriere e poltrone, dice Carminati, a margine di un congresso provinciale del Pdl con unico candidato e lista bloccata. Che dire? Ci vorrebbe un governo tecnico, anche per il nostro territorio? Ma il giudizio di Magnoli coinvolge tutta la classe dirigente, e si sa, ci vuole tempo per far crescere la capacità politica e amministrativa dalla società civile. E allora? Pochi giorni fa, l’onorevole Pizzetti richiamava all’etica della responsabilità e dell’interesse pubblico. Anch’egli parlava di staticità della situazione, e si augurava, per il proprio partito, il Pd, che i sindaci venissero coinvolti nella direzione politica. Giusto. E allora, la butto lì, gli attuali dirigenti politici, quelli capaci e con esperienza da vendere, non potrebbero fare il sindaco?

Daniele Tamburini

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