E' tempo di grandi cambiamenti: lo si è visto anche per l'elezione del Papa. C’è stata solo una fumata nera, dopo l''extra omnes", e la Chiesa cattolica, tuttora una grande, complessa, fondamentale realtà, ha eletto pontefice, l'argentino Jorge Bergoglio, adesso papa Francesco, anche se lui ha sottolineato molto l'essere "vescovo di Roma". Quasi una sottolineatura del legame con una comunità: un gesto ecumenico, e forse in polemica con certa Curia. Ma interpretare i misteri vaticani non è così semplice. Si tratta deI primo pontefice di nome Francesco nella storia bimillenaria della Chiesa: e chissà che il nome del santo di Assisi non sia stato scelto per dare un segnale forte della necessità di tempi e stili nuovi anche sul soglio di Pietro. Papa Francesco, che dicono di abitudini spartane, ha rifiutato la croce d'oro, ha scelto di non sedersi sul trono e ha pagato il conto della camera in cui aveva soggiornato. Sono un segno della complessità dei tempi e degli eventi anche i timori di un suo coinvolgimento, seppure indiretto, nei fatti terribili della dittatura argentina che insanguinò quel Paese negli anni '70. Sta di fatto che un grande teologo della liberazione come Leonardo Boff ha dichiarato la sua felicità per l'elezione di Jorge Bergoglio: sarà la primavera dopo il duro inverno. Insomma, un nuovo stile, nuovi comportamenti: non saranno sufficienti, da soli, per contrastare gli scandali, finanziari, gestionali, sessuali, ma pare un buon inizio. Forse dovrebbe farne tesoro anche l'altro lato del Tevere, che ha chiesto a tutti di fare sacrifici, e che solo ora pare iniziare a guardare dalle proprie parti. Staremo a vedere.
Daniele Tamburini
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